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Perché la Valle D’Aosta non è parte del Piemonte?

Si tratta di motivazioni storiche che risalgono al 1536

Luca Vercellin

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TORINO – La Valle D’Aosta, vicina culturalmente e geograficamente al nostro Piemonte, gode di un’autonomia fiscale e legislativa.

Oltre ad essere una regione a sé, gode dello statuto speciale. Molti pensano sia dovuto al suo isolamento geografico, ma in realtà la Valle D’Aosta è relativamente ben collegata alla provincia di Torino.

La faccenda diventa ancora più curiosa se si pensa al fatto che Valle D’Aosta e Piemonte sono state governate entrambe da Casa Savoia sin dal 1032. E allora perché la Valle D’Aosta non è una semplice provincia del Piemonte?

L’autonomia comincia nel sedicesimo secolo: precisamente nel 1536. I Savoia riconobbero una prima autonomia alla Valle per assicurarsi la sua lealtà. Il motivo era la vicinanza con la Francia e l’isolamento rispetto al Piemonte del territorio valdostano.

Questi privilegi venivano chiamati Franchigie, e prevedevano esenzioni fiscali, autonomia amministrativa e giudiziaria rispetto agli altri territori dominati dai Savoia.

Sempre nel 1536, i Savoia instituirono il Conseil des Commis, un organo di rappresentanza locale che aveva il diritto di amministrare i tributi raccolti nella valle. Era responsabile della gestione delle consuetudini giuridiche locali e rappresentava la popolazione valdostana direttamente presso il sovrano.

Ma ciò che ha contribuito a creare un’identità valdostana separata da quella piemontese fu la lingua: sempre nel 1536 fu decretato il Francese come lingua amministrativa della Valle. L’utilizzo del Francese si intromise poi nella vita di tutti i giorni, dando origine a forme dialettali celebri come il patois.

Altri privilegi concessi dai Savoia furono l’esenzione dal servizio militare e un’autonomia giudiziaria.

I Savoia garantirono alla Valle un rapporto privilegiato con il potere ecclesiastico. La diocesi di Aosta aveva un ruolo autonomo.

Dopo l’Unità d’Italia, la regione fu inclusa nella Provincia di Torino. Venne revocata qualsiasi forma di autonomia politica o amministrativa.

Durante il ventennio fascista (1922-1943), la situazione peggiorò significativamente: venne soppresso il bilinguismo e fu instaurato un processo di “Italianizzazione”, mirato a indebolire l’identità locale.

Nonostante le pressioni, molti valdostani mantennero la loro identità culturale e linguistica.

Dal 1948, la Valle d’Aosta è una Regione Autonoma a Statuto Speciale.

Questo status le consente un’ampia autonomia amministrativa e legislativa, che risponde alla necessità di tutelare le sue specificità linguistiche, culturali e geografiche.

Lo Statuto Speciale fu anche un compromesso per evitare spinte autonomiste o annessioni alla Francia dopo la Seconda Guerra Mondiale.

La Valle d’Aosta non è parte del Piemonte perché ha una sua identità storica, culturale e linguistica unica. La vicinanza geografica non è sufficiente a giustificare l’inclusione in una regione diversa.

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6 Commenti

1 Commento

  1. S. Sandron

    23 Dicembre 2024 at 11:50

    Questo articolo è purtroppo pieno di inesattezze. Storicamente, la Val d’Aosta ha sempre fatto parte del Piemonte, e ciò fino al 1946. È sempre stata relativamente isolata, sia verso il resto del Piemonte che verso la Savoia (ora francese): prima del tunne ldel Monte Bianco, degli anni 1960, la strada principale della valle portava da Torino al passo del Gran San Bernardo, e da lì verso la Svizzera. È questo isolamento all interiore dello stato subalpino che ha portato ad alcune speicificità:

    – La lingua: quando il duca Emanuele Filiberto decise di adottare l’italiano come lingua amministrativa dello stato subalpino dopo il periodo di appartenenza alla Francia, lo fece per rintuzzare possibili rivendicazioni future di sovranità sul Piemonte-Savoia. Tuttavia, il francese era molto radicato nel paese, in particolare in Savoia, nonché in Val d’Aosta, per cui si orientò su una doppia lingua ufficiale per lo stato, con il francese prevalente in Savoia e in Val d’Aosta (ma non, per esempio, a Nizza).
    – il Conseil des Commis: in Val d’Aosta, contrariamente al resto dello stato subalpino, era rimasta una nobiltà medievale politicamente significativa; il duca creò il Conseil des Commis, che aveva tuttavia responsabilità solo su ciò che erano prima le prerogative di ciascun nobile.

    – Prima e dopo l’unità d’Italia, e fino al 1946, la Val d’Aosta era una provincia del Piemonte, che comprendeva anche la zona di Ivrea.

    – Prima del 1946, in Val d’Aosta non c’erano movimenti volti all’indipendenza dal Piemonte, o dall’Italia. Gli autonomisti e antifascisti che hanno dato luce alla Carta di Chivasso, manifesto per l’autonomia dei popoli alpini, prevedevano per le valli (compresa la Val d’Aosta) un’autonomia “cantonale” all’interno del Piemonte in quanto “stato regionale” in un’Italia post-fascista organizzata su base federale.

    – La separazione della Val d’Aosta dal Piemonte è intervenuta a seguito delle rivendicazioni di de Gaulle di annettere tutto il Piemonte. Questa prospettiva era inaccettabile non solo per l’Italia,ma anche per la Gran Bretagna, che teneva ad avere un’Italia forte come contrappeso alla Francia nel Mediterraneo. Visto che comunque de Gaulle era dalla parte dei vincitori, fu creato il contentino dell’autonomia e bilinguismo per la sola Val d’Aosta. In occasione del referendum nei comuni interessati, quelli della zona di Ivrea si espressero per rimanere con il Piemonte, e furono quindi accorpati alla provincia di Torino.

    • Massimo Carlo

      23 Dicembre 2024 at 17:48

      [Acqui Terme – In addenda alla Interessantw Disanima Storico su Piemonte e Vda bisognosa storicamente tenere oggettivamente

    • Mathieu D.

      24 Dicembre 2024 at 10:04

      Scrive “pieno di inesattezze” ma sinceramente da tutto il suo lungo commento non si capisce quali siano. Difatti non direi affatto che ne è “pieno”. Per quanto riguarda quello che ha scritto lei lei:

      – scrive “Val d’Aosta” ma è la forma sbagliata sui piano sia etimologico sia amministro e ufficiale: la locuzione corretta è “Valle d’Aosta”

      – “Storicamente, la Val d’Aosta ha sempre fatto parte del Piemonte” non vuol dire niente: l’articolo spiega proprio gli atti ufficiali che caratterizzano la specificità della VdA, che altre zone del Piemonte non avevano.

      – Ad esempio proprio il fatto che la lingua colta e poi ufficiale fosse il francese è una specificità. Anche in altre valli il francese era importante (per esempio zone in Val di Susa), zone però meno definite sul piano geografico, storico ed amministrativo e quindi la storia è andata diversamente.
      L’articolo scrive una cosa senza senso con “L’utilizzo del Francese si intromise poi nella vita di tutti i giorni, dando origine a forme dialettali celebri come il patois.” Il patois valdostano è francoprovenzale, non un “dialetto” delle lingue d’oïl da cui deriva il francese standard. Come in tante regioni dell’Italia e della Francia, in quel periodo si adotta una lingua ufficiale “elevata” che sostituisce il latino. Non corrisponde in genere alla lingua regionale locale. Non corrispondeva in tante regioni di Francia e nella maggioranza delle regioni italiane (quando l’italiano fu adottato come lingua ufficiale, non era la lingua di Torino, Genova, Milano, Venezia, Napoli o Palermo)

      – l’autonomia c’entra bene poco con De Gaulle, è la continuazione di una storia locale dal medioevo in poi, come spiega l’articolo. Per vari motivi la Francia non avrebbe mai annesso la VdA e quindi non ha senso parlare di contentino. Anche perché De Gaulle non è che fosse di suo affettivamente sensibile alla regioni della VdA, non ha senso parlare di contentino per farlo “felice”

  2. Enzo G. Conti

    23 Dicembre 2024 at 17:29

    Credo che sia doverosa un’altra specificazione. Il cosidetto patois non deriva dalla commistione italiano francese (quest’ultimo da sempre radicata come lingua ufficiale) bensì dal francoprovenzale (o arpitano) antica lingua parlata anche in Savoia e altre zone della Francia, in alcune valli Piemontesi e Svizzere. https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_francoprovenzale

  3. Bob

    23 Dicembre 2024 at 22:34

    come tutti i confini oggi sono stabiliti sulle cime delle montagne!
    così spagna Portogallo,così Francia Spagna, cosi Svizzera Italia, così Italia alto Adige, ecc.solo nel deserto i confini sono delle rette perfette!

    • Mathieu D.

      24 Dicembre 2024 at 10:08

      Ma assolutamente no: anzi, per un millennio i confini NON hanno praticamente seguito per niente lo spartiacque principali delle Alpi. E sul piano culturale linguistico in genere c’era comunanza tra i due versanti (“le montagne dividono le acque e uniscono le genti”). Vedi area occitana tra Piemonte e Provenza, area francoprovenzale tra Savoia, Piemonte, Vda e Vallese. Per rimanere alla alpi occidentali. La Svizzera è in buona parte a sud delle Alpi.

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