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Economia

Unipol paga meno degli altri e nega lo smartworking: dipendenti in sciopero

Tra i gruppi assicurativi più ricchi d’Italia, paga meno della concorrenza.

Luca Vercellin

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TORINOUnipol, colosso assicurativo bolognese, non ama particolarmente lo smartworking. 

Tutto si è svolto lo scorso 18 Dicembre. Il management ha rifiutato di allineare lo stipendio al resto del settore assicurativo, e ha negato il lavoro da remoto per la maggior parte dei dipendenti.

Per questo, oggi i sindacati hanno proclamato 16 ore di sciopero. 

Unipol sembra non aver percepito le necessità dei suoi lavoratori, né di essere conscia dei tempi che corrono. Il suo management vorrebbe assegnare lo smartworking solo ad alcuni lavoratori, creando lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. 

Per questo è partito un presidio davanti alla sede di Unipol di Corso Galileo Ferraris, a Torino.

Potrà Unipol continuare ad ignorare i tempi che avanzano, in un mondo che predilige sempre di più lo smartworking?

Se non aumenterà gli stipendi – allineandoli al resto del settore assicurativo – e non estenderà certi diritti ormai fondamentali a tutto il suo organico, si troverà probabilmente davanti a due spiacevoli situazioni. Da un lato dimissioni di massa, dall’altro un inverno caldo ricco di agitazioni. 

 

 

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