Economia
Automotive, situazione critica dello stabilimento di Mirafiori: i sindacati chiedono al governo di intervenire
Chiesti al governo interventi straordinari per garantire una soluzione occupazionale e il rilancio delle attività
TORINO – Sono ancora una volta i sindacati a denunciare la situazione critica in cui versa lo stabilimento di Mirafiori.
La FISMIC CONFSAL ricorda, infatti, che il fermo produttivo della Maserati e la precarietà degli altri settori, tra cui il Pre Assembly, stanno mettendo in ginocchio i lavoratori e l’intero comparto automotive italiano.
La situazione della Maserati è emblematica: un marchio storico del Made in Italy, simbolo dell’eccellenza industriale italiana, rischia di scomparire di questo passo, a causa di una lentezza nel programmarne il futuro. I lavoratori sono fermi per tutto il mese di gennaio, con un rientro incerto previsto per febbraio.
Questo non è solo un dramma occupazionale per le famiglie coinvolte, ma un colpo durissimo alla credibilità dell’industria italiana nel mondo. Il Governo deve agire immediatamente per scongiurare il collasso.
La Maserati, con i suoi 794 lavoratori coinvolti, si trova di fronte a un periodo di fermo totale, senza garanzie di ripresa produttiva concreta. Questa situazione mette a rischio non solo il futuro del marchio, ma l’intera filiera automotive legata a questa eccellenza.
Sono le parole di Sara Rinaudo, Segretario territoriale FISMIC CONFSAL Torino.
La situazione non è meno difficile neanche per quanto riguarda i 254 lavoratori delle Ex Mascherine, che hanno esaurito tutti gli ammortizzatori sociali e si trovano senza alcuna rete di protezione. Il rischio concreto è che molti di loro restino senza lavoro e senza prospettive.
Per questo i sindacati chiedono al Governo interventi straordinari per garantire una soluzione occupazionale e il rilancio delle attività. Viene espressamente richiesto un intervento strutturale che metta al centro il futuro della Maserati e il destino dei lavoratori delle Ex Mascherine e del reparto Pre Assembly.
È tempo che il Governo agisca con decisione, ogni ritardo sarà pagato a caro prezzo dalle famiglie e dal nostro sistema produttivo.
Conclude Rinaudo.
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