Seguici su

Ambiente

Ecco come la Fiat ha rovinato – per sempre – Torino

L’azienda che ha reso grande Torino è finita per essere il suo più grande tallone d’Achille

Luca Vercellin

Pubblicato

il

TORINO – Ogni famiglia che si rispetti ha una zia insopportabile, maleducata e sgradevole. 

Arriva tutti i natali a mani vuote, si siede a tavola senza dare una mano, mangia criticando ciò che ha nel piatto, litiga con la maggior parte dei commensali e, solo dopo aver rovinato il pasto a tutti, lascia la casa soddisfatta. 

Quella zia vorresti tanto mandarla a stendere, ma ti è sempre stato impedito. 

Non puoi, è tua zia, è fatta così. 

Ai parenti non puoi mai smettere di voler bene. Anche quando si meriterebbero di tutto, tranne il tuo affetto. 

Torino ha una zia, si chiama Fiat. Zia Fiat ha avuto un grande ruolo nella crescita di Torino, in qualità di matrigna esigente, totalizzante ed egocentrica.

Di Torino, zia Fiat ha sempre voluto controllare tutto: dai rapporti agli ideali politici, tutta la sua vita è sempre stata oggetto di approvazione della zia. 

Il ricatto di zia Fiat è sempre stata l’arma con cui ha conservato la sua autorità su Torino: fai come ti dico o me ne vado, ti abbandono.

E così, con delle dinamiche familiari degne di Freud ai tempi d’oro, Torino è rimasta traumatizzata da sua zia. Per sempre, irreparabilmente. 

Ogni singolo aspetto di questa città, nella sua storia contemporanea, è stato irrimediabilmente alterato – e rovinato – dalla Fiat e le ingerenze della sua classe dirigente nella politica comunale.

E, come un manipolatore da manuale, è riuscita a fare ciò senza che i cittadini abbiano mai smesso di riverirla come una divinità.

Certo, Fiat ha dato molto a questa città. Nessuno dubita del fatto che la sua grandezza, economicamente parlando, sia dovuta in gran parte al ruolo che l’auto ha avuto nel miracolo economico italiano.  Peccato che il boom sia avvenuto sessant’anni fa. 

La Fiat non è stata l’unica azienda a crescere esponenzialmente negli anni ’60, come Torino non è stata l’unica città industriale nel mondo.

Eppure, siamo gli unici a provare un rispetto quasi religioso, misto a nostalgia narcotizzante, nei confronti di un periodo e di una realtà aziendale che non esistono più. 

Ma soprattutto, continuiamo incessantemente a definire torino la città dell’auto, come se non fosse mai successo nulla prima di Fiat e come se qui non succedesse nulla adesso che Fiat non c’è più. 

Zia Fiat ha voluto quartieri interi per sé, attorno alle sue fabbriche. Alberi? Zero. Autobus, linee tranviarie? Ma che si comprino una macchina, tanto hanno lo sconto.

Mirafiori è rimasta esattamente identica a come è stata concepita il secolo scorso: lo zampino di Zia Fiat, i suoi desideri e i suoi diktat sulla città si sono ben conservati, anche se lei ci ha abbandonati anni fa. 

Esistono migliaia di città nel mondo dal passato industriale: Londra, Barcellona, Parigi, Lione, Stoccarda, chi più ne ha più ne metta. Nessuna città viene associata a un’azienda eccetto Torino. 

Nessuna città ha lasciato che un privato decidesse, per dirne una, se si potessero fare delle linee di metropolitana oppure no. 

E mentre noi dibattiamo sulla fattibilità economica della Linea 2, Lione si gode le sue quattro linee di metropolitana. Lione, per altro, è grossa la metà di Torino.

Tutto questo perché negli anni settanta si decise, chissà per mano di chi, che non si potesse tollerare che la gente usasse la metropolitana nella città della Fiat. 

Da anni zia Fiat ci ha abbandonati e noi continuiamo a comportarci come se la sua presenza arrogante avesse ancora una qualche autorità sul nostro destino, come se potesse ancora punirci se ci comportiamo male. 

Un tempo poteva ricattarci, dirci che se ne sarebbe andata lasciandoci – letteralmente – senza cibo. Ma ora? 

Ora, mentre Barcellona bandisce le auto e investe nell’hi-tech, mentre Londra è un hub finanziario globale, Torino rimane ferma a chiedere a zia Fiat di tornare a casa. Apparecchia ancora per lei, e piange ogni sera perché non si presenta a cena. La implora di venire, le offre tutto quello che ha in cambio della sua presenza. 

Ma la Fiat non è intenzionata a tornare, e di questo Torino non se ne fa una ragione. 

Il Torinese medio va ad Amsterdam e rimane ammaliato  dall’efficienza dei suoi trasporti e dalla bellezza del potersi muovere ovunque in bicicletta. Poi manda una lettera a Specchio dei Tempi perché hanno osato fare una ciclabile in via Nizza. 

Il Torinese medio va a Barcellona e si innamora delle zone pedonalizzate, dell’assenza di traffico e dei viali aperti solo al trasporto pubblico. Poi si arrabbia se pedonalizzano corso Marconi perchè “poi dove parcheggio?”.

E così nella quarta città del paese, con la peggior aria mai respirata in Europa, si continua a prendere l’auto per fare 100 metri.

Perchè è così che ti ha cresciuto zia Fiat: lavora, metti qualche soldo da parte, comprati un’auto e fai vedere a tutti che ce l’hai fatta.

E così, il torinese paga un terzo del suo stipendio (quando va bene) per la rata del suo pezzo di latta.

Una volta lo faceva perché non aveva alternativa: era obbligato da zia Fiat. Ora lo fa perché non vuole alternative.

Non vuole piste ciclabili, non vuole mezzi pubblici efficienti: vuole spendere il triplo della sua retribuzione annua in un’auto Stellantis prodotta in Serbia.

Sembra essere contento il tipico torinese, bloccato in Piazza Baldissera. Vive in una città con gli abitanti di Dublino e il traffico di Mumbai. 

Ed è contenta pure zia Fiat, che se ne frega di lui ma intasca comunque la parcella. 

E zia Fiat, il torinese medio non la manderà mai a stendere: è di famiglia, e ai familiari devi volere bene a prescindere. 

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

62 Commenti

1 Commento

  1. Mario

    19 Dicembre 2024 at 17:33

    condivido totalmente. forse è giunta l’ora di mandare a stendere la zia!!!

    • Massimo

      19 Dicembre 2024 at 23:17

      non è colpa solo della fiat…..le amministrazioni sono sempre state suddite…. però almeno la nostra città è vivibile….lascio volentieri Milano ai milanesi Roma ai romani…ecc.ecc.

      • Raffaele Gaudiano

        20 Dicembre 2024 at 16:49

        Tutto giusto tutto vero… ma Torino rimane comunque una bella città e non la cambierei né con Roma né con Milano e neanche con Napoli.
        Peccato non essere capaci di uscire dal vortice.

        • aldo moffa

          21 Dicembre 2024 at 9:53

          C’è una verità di fondo che personalmente ripeto da anni, ma che nessuno considera;l’Italia non è competitiva da ogni punto di vista, l’energia elettrica costa il 30%in più degli altri paesi europei, le materie prime arrivano dall’estero, i trasporti sono in maggioranza lenti e su gomma, il costo lavoro incide per il 40% in più, la tassazione è più alta rispetto ad altri paesi. Tutti elementi che per essere competitivi portano aziende multinazionali ad andare a produrre fuori dall’italia se non sostenuti da incentivi statali. Si sa che un’azienda se non produce profitti muore.

      • Roberto

        30 Dicembre 2024 at 16:10

        👍 condivido!

    • Gianni

      20 Dicembre 2024 at 9:01

      città rimasta prigioniera di una casta che per 40 anni ha sfruttato tutto quello che poteva per il suo tornaconto.Ville in collina da mozzafiato appartamenti in città avveneristici.Riuscivano persino a comandare in Banca con quasi ZERO spese mentre il correntista normale pagava alla grande.

      • Filippo

        20 Dicembre 2024 at 10:28

        da exromano da 40 anni abitante in val di Susa approvo integralmente l’articolo buon natale

        • Lorenzo

          21 Dicembre 2024 at 5:25

          Dopo 20 anni di cassa integrazione vi svegliate? Se la FIAT si è presa Torino è anche perché chi ci abita glielo ha lasciato fare e ora paga il prezzo. La soluzione? cacciare quest’azienda moribonda e buttare giù tutti gli stabilimenti in città per fare spazio ad aziende che possono davvero migliorare una città che pare morta

        • Gabriella

          21 Dicembre 2024 at 7:02

          Bellissimo articolo, complimenti all aurore!
          Bellissima città vero, ma rimane pur sempre intrappolata in meccanismi retrò inconciliabili con la società di oggi, con i ritmi frenetici che la vita attuale ci impone.
          In generale l Italia ed in particolar modo Torino, è rim asta indietro anni luce a causa di Zia Fiat… ancor oggi la città si desertifica nel mese di agosto (come 100 anni fa quando la città, la Fiat “chiudeva”); tutt oggi si vive per il lavoro e non si lavora per vivere… come invece avviene in tante altre città, soprattutto del Nord Europa,dove peraltro l aria è decisamente più pulita e la qualità nettamente migliore, dove si lascia grande spazio alla famiglia per viverla, allo sport considerato divertimento, ma soprattutto beneficio salutare alla pari di medicinali… dove si circola liberamente e con totale rispetto in bici come a piedi, perchè in fondo, l ‘autovettura viene considerata solo un semplice telaio coperto in grado di traspirtarti da un luogo all altro quasi alla pari di un bus, di un treno, una metro, e non come ci ha inculcato Nonna Fiat un “mezzo di trasporto” per ESSERE……

          • Giuseppe 1961

            22 Dicembre 2024 at 8:51

            Come sempre, la verità è una metà di ciò che si viene a conoscere. Vero che Fiat ha influenzato la vita di Torino, ma non si possono dimenticare i lavoratori che hanno girato liberamente l’Italia grazie ad uno stipendio fisso e un’auto, dopo la fine fi una guerra (che noi non abbiamo fortunatamente conosciuto). Per oltre 30 anni metà del Sud (mie origini) viveva di pochissimi soldi della terra…Poi non tutti possono girare in bicicletta, ma evidentemente chi scrive pensa che tutti hanno 20anni e inoltre 60 come me…Adoro i mezzi pubblici, ma l’auto è una incontestabile necessità che deve evolversi. E se non ci fosse stata Fiat, sicuramente Lancia, Alfa Romeo etc etc soccombevano ad altri produttori stranieri…quindi agli scrittori dico: Felici solo di Ferrari? Andate all’estero e guardate le case automobilistiche se sono state diverse da Fiat e poi ne riparliamo…Grazie ed evviva Torino che è stata gestita da capre che hanno spaccato un tram per metropolitana…. e solo ora c’è davvero. Meditate e non scrivete attirati da articoli mediocri

        • Rosangela

          21 Dicembre 2024 at 10:11

          è vero la maggioranza dei torinesi è legata all’auto (più che alla Fiat) questo grazie all’architettura delle nostre strade che permetteva una circolazione veloce, prima che cercando di copiare alte città la rovinassero. Torino per sempre.

    • Antonio Sebastiano

      20 Dicembre 2024 at 9:46

      Sono pienamente d’accordo su quanto scritto sul articolo purtroppo ci si dovevamo svegliare prima e non aspettare che la zia ci aiutasse dovevamo cercare altre alternative non separate aspettare.

      • Rita

        20 Dicembre 2024 at 15:23

        da molto tempo,direi almeno 40,i terreni Fiat sono destinati ad altro.Lo scandalo è ciò che è stato sepolto sotto

        • Alessandro

          21 Dicembre 2024 at 10:24

          Articolo da standing ovation, coraggioso e pungente. purtroppo il governo della città è ancora legato a quel modello di sviluppo ma per fortuna non siamo nati con le radici

    • Daniele

      20 Dicembre 2024 at 11:35

      non so se l’autore dell’articolo sia più stupido totale oppure ignorante: probabilmente la seconda opzione è quella giusta. Continua pure con la tua auto cinese, e dimenticati che le altre 2 città dell’auto sono in realtà Detroit e Wolfsburg. Altro che zia!

      • Marco

        21 Dicembre 2024 at 5:35

        Detroit ERA la città dell’auto e Wolfsburg presto subirà la stessa sorte.
        L’auto cinese cosa c’entra? è stata descritta l’attuale situazione di Torino ed è innegabile che Torino sia completamente dipendente e soggiogata dalla FIAT

    • maria vittoria

      20 Dicembre 2024 at 18:26

      fotografia chiara e completa di una realtà triste di padroni e di sudditi

    • Alberto

      22 Dicembre 2024 at 15:17

      Totalmente in linea con il pensiero.. Torino è sempre stata feudo della famiglia peró adesso basta sono andati via loro ed è meglio che non tornano più.

  2. savino

    19 Dicembre 2024 at 17:50

    finalmente una voce libera ma fuori tempo massimo purtroppo!!!

    • Antonio Poddighe

      20 Dicembre 2024 at 5:29

      Vi faccio i complimenti per aver messo in risalto una fotografia, veritiera tra l’altro, di come oggi è questa città.

      • Cinzia

        20 Dicembre 2024 at 13:03

        Fiat sta, o meglio stava, a Torino come Olivetti stava a Ivrea….😡😡

  3. DE LUCA SALVATORE

    19 Dicembre 2024 at 18:02

    Penso che l’autore di questo articolo ha inquadrato perfettamente la situazione di Torino e forse di un Italia ancorata a politici vecchi, poco moderni e spesso corrotti che hanno impedito la modernizzazione di tutte le città. Complimenti ancora

  4. Raffaele Totaro

    19 Dicembre 2024 at 18:48

    Io sono un napoletano che vive a Torino e penso che questo articolo lo abbia scritto un Torinese medio. Che si lamenta di qualsiasi cosa, che non apprezza nulla di quello che ha, che definisce traffico 4 macchine in fila al semaforo perché forse non è mai stato a Napoli o a Roma. Perché se va in vacanza preferisce Lione o Amsterdam. Che non si rende conto che vive in una città elegantissima e piena di verde molto più di altre città italiane. Dove il costo della vita è ancora accettabile e gli eventi culturali non mancano. Ma il Torinese medio si è sempre lamentato come l’italiano medio anche della Fiat. Tutte le aziende italiane hanno portato la produzione fuori dall’italia ma solo alla Fiat non si perdona nulla. Perché l’italiano medio come il Torinese medio denigra la sua nazione e pensa che l’erba del vicino sia sempre più verde. L’italiano medio denigra tutto e tutti, non crede più a nulla e non ha più sogni. Si aggrappa di tanto in tanto alla propaganda del qualcuno di turno che spera gli risolva i problemi.

    • Davide Papotti

      20 Dicembre 2024 at 6:24

      ti sei feudalizzato anche tu.non lo pensavo di un partenopeo,beh forse siete anche voi legati a radici culturali predominanti in quanto borbonici,ma bisogna creare una alternativa alla tirannia culturale,saluti e buona vita

    • Cinzia

      20 Dicembre 2024 at 8:31

      Da torinese doc, sono lieta di leggere finalmente un commento sensato.

    • Domenico

      20 Dicembre 2024 at 9:07

      Il sogno c’è ed è quello di una città sempre meno dipendente dalle auto e dove si possa respirare un’aria migliore. E non è che si debba guardare a chi sta peggio per giustificare l’immobilismo.

  5. Raf

    19 Dicembre 2024 at 19:10

    ma quanto hai ragione!!!

  6. Antonio

    19 Dicembre 2024 at 19:12

    È tutto vero.Ho vissuto 40 anni a Torino e lavorato in fiat per 30.La Fiat era un sistema ditino sovietico (a proposito :perché non cambiamo il nome a Corso Unione,Sovietica?) però c’è anche da dire che fino a quando questa pesante presenza faceva comodo andava tutto bene senza accorgersi che la monocottura imposta a tutta la città l’ha piano piano svuotata di ogni energia e creatività.A torino sono nate tantissime cose che hanno fatto l’Italia e quella industriale ma non è rimasta nessuna traccia.Ripartire da zero con cultura musei e pu ti di attrazione e sopratutto INFRASTRUTsTURE

  7. Giuliana

    19 Dicembre 2024 at 19:56

    purtroppo è tutto vero, torinesi “bougia (spero si scriva cosi) nen”.

    • Davide

      20 Dicembre 2024 at 8:05

      L’hai scritto, ma non ne sai il vero significato, che non c’entra nulla nel contesto.

    • Roberto

      30 Dicembre 2024 at 16:18

      Giuliana leggi il significato di “bougia nen” e vedrai che è diverso da quello che intendi tu.

  8. Maurizio Martinetti

    19 Dicembre 2024 at 20:08

    Nell’articolo ! Mi trova perfettamente d’accordo! Città totalmente rovinata!!! Grazie mamma Fiat 🤮

  9. Renato

    19 Dicembre 2024 at 20:18

    Quanto scritto è la pura verità, verità detta da un “figlio” di questa zia amata ed odiata e oggi…!! Ecco, è ora che siano le nuove leve ed i nuovi politici (se questi ultimi ci sono) ad inventare la nuova Torino perché io ho vissuto le visite (anni 80) su Lione per come realizzare la metropolitana (con soluzioni molto meno costose dell’attuale), ma la ZIA non ha voluto!!

  10. NARDI LUCA

    19 Dicembre 2024 at 21:01

    Complimenti Luca, per avermi rovinato il Natale!?!
    “la verità ti fa male, lo so”
    Torino è molto di più della FIAT…crediamoci, ce la faremo, anche stavolta!
    Buone feste
    Luca

  11. Cariani gabriele

    19 Dicembre 2024 at 21:13

    sono un torinese importato 75 anni fa sono pienamente d’accordo di quello che avete scritto spero che torino abbia un bel futuro anche senza la fiat di macchine c’è ne sono troppe e la metro avrebbe salvato torino dal degrado delle periferie

  12. Elena

    19 Dicembre 2024 at 22:08

    Finalmente!!!! Lo penso da sempre!!!!

    • Tommy

      19 Dicembre 2024 at 22:38

      Ammazza la vecchia col flit e se non muore col gas….

  13. Claudio Maltauro

    19 Dicembre 2024 at 22:11

    vivissimi complimenti, un articolo coraggioso e ben scritto, con la verve comunicativa dei giovani giornalisti che mettono passione e credono in ciò che scrivono.

    • Sergio Capogreco

      20 Dicembre 2024 at 0:41

      complimenti per l’articolo, finalmente un giornale ed un giornalista che hanno l’onestà ed il coraggio di raccontare la grande verità che c’è dietro un gruppo industriale con poche luci e tante ombre …. troppe direi … bravo bravissimo Luca Vercellin, ci hai fatto rivivere l’emozione dei mitici giornalisti del passato … quanta nostalgia…..

  14. Lodovico Benso

    19 Dicembre 2024 at 22:53

    Non c’è alcun dubbio sul fatto che la fiat abbia fatto dei danni a Torino, compresa un’immigrazione incontrollata , ma focalizzarsi sulle ciclabili stupide e sulle pedonalizzazioni inquinanti è ridicolmente patetico.

    • Beppe

      20 Dicembre 2024 at 4:28

      Odio i parenti ☝️

      • Tatiana

        20 Dicembre 2024 at 8:18

        premetto che non ho parenti che abbiamo mai lavorato per FIAT…a Torino….ma in generale in tutta Italia è rimasta la mentalità del baracchino Fiat, ma Torino è un gran bella città con la media pro-capite tra le più alte d’italia per superficie verde e quantità di alberi..

  15. Paolo

    19 Dicembre 2024 at 23:09

    Articolo perfetto. Complimenti per aver messo praticamente quasi tutto quello che Fiat ci ha dato e poi tolto con gli interessi. Torino è degrado puro, ci vivo da 44 anni, chi dice che sia meglio di Roma o Napoli dovrebbe farsi un giro in Europa, città che erano nelle retrovie ora sono fiorenti o comunque più vivibili, addirittura ad est, nell’ex Jugoslavia.

  16. Sylvie

    20 Dicembre 2024 at 8:03

    sono le amministrazioni di sinistra dal 1975 in poi che “adorando” zia fiat le sono stati fedeli sudditi fino ad ora oppure coloro che hanno trovato l’oro con zia fiat (per andare in pensione a 50 anni con prepensionamenti pagati da tutti). il torinese medio la vorrebbe fuori da questa città bellissima e potere così reinventarsi…. ma i palazzi continuano a remare contro come sempre…..che tristezza e rabbia

    • Stefano

      21 Dicembre 2024 at 9:30

      veramente chi la vuole e la invoca ad alta voce di rimanere sono gli operai di Mirafiori.
      Alla politica oggi, ma già da più di 20 anni, non interessa assolutamente niente di Fiat e industria italiana più in generale.
      Ci sono i fondi e i mercati esteri con cui campare.

  17. Andrea psacharopulo

    20 Dicembre 2024 at 9:49

    Bravo e coraggioso chi ha scritto quest articolo. Concordo sul fatto che la FIAT sia stata guidata male e che questo abbia nuociuto molto alla città. E concordo anche sull atteggiamento sbagliato di molti torinesi verso l uso delle ciclabili. Sottolineo però che ci sono nella zona di Torino tante aziende gestite benissimo e che il centro di Torino è forse più bello di altre città più blasonate. Sarebbe bello parlarne e fare piani in merito. Bravo il giornalista!

  18. Marco Biti

    20 Dicembre 2024 at 10:29

    il problema di Torino non è la Fiat. Il problema di Torino erano i meridionali. Non avevano nessun attaccamento verso la città, che vivevano solo come un posto dove sopravvivere e guadagnare uno stipendio, senza sentirlo come proprio e quindi migliorabile. I loro figli erano uguali, solo i nipoti si sentono di appartenere alla città, ma ormai è troppo tardi. Il disastro urbanistico era già stato fatto

    • Walter

      20 Dicembre 2024 at 21:39

      i meridionali….come se si parlasse di un altro popolo.. di altra gente che non fosse italiana….il meridionale etichettato…che pochezza leggere cose del genere…così poco attaccati…che sono rimasti e hanno contribuito invece molto più di indigeni settentrionali raffinati.. a far diventare ancora più grande questa meravigliosa città…hanno messo le radici i meridionali…oggi i loro figli, orgogliosi di essere figli di meridionali e fieri torinesi..che non sono più ostaggio né della zia né dei potetri forti o del raffinato settentrionale…grazie papà che sei rimasto…che hai resistito e oggi grazie a te sono il più fiero torinese figlio di meridionali

  19. Gian Franco

    20 Dicembre 2024 at 12:46

    A 23 anni chi scrive l’articolo si lamenta peggio delle zie novantenni. Che tristezza.
    Comunque, nelle invidiate Amsterdam e Barcellona ci siano trasporti pubblici efficienti, tra cui una decina di linee di metropolitana. E, per inciso, la metro negli anni ’70 non si fece per l’opposizione del comunistissimo sindaco Novelli.

    • Francesca

      21 Dicembre 2024 at 9:42

      Condivido appieno tutto quello scritto nell’articolo.
      Mi sono trasferita da circa 1 mese a Torino da Milano…purtroppo ho riscontrato una situazione a livello di viabilità pessima! Pensavo che essendo una piccola città fosse strutturata meglio a livello di piste ciclabili,invece tutto il contrario. Gli automobilisti sfrecciano come pazzi e non hanno rispetto per i pedoni e i ciclisti.
      Macchine in ogni dove e assenza di mezzi.
      È un vero peccato,perché si riduce questa città ad un enorme pista di go cart,dove se non corri con la tua “macchinina” non vai da nessuna parte.
      Purtroppo il vecchio retaggio della Fiat la fa da padrona e si vede.

  20. Angelo

    20 Dicembre 2024 at 13:11

    Bastava prenderla tu la zia e avremo risollevato tutto.
    A Barcellona, Madrid, Amsterdam, Londra, Stoccarda non ci sono elementi come te che scrivi solo per politica.
    Leggiti la Storia. Poi fatti un esame di Cosenza

    • Paolo

      20 Dicembre 2024 at 16:45

      Finalmente una voce fuori dal coro!

    • Ernesto

      20 Dicembre 2024 at 18:18

      il giornalista dev’essere per forza un affezionato sostenitore della circolazione green, ovvero bici, monopattino o piedi,definendo le auto “pezzetti di latta” ….
      nella sua disamina, ha dimenticato tante altre città con le loro zie, come la triste Detroit con Zia Ford, o la penosa Wolfsburg con Zia Volkswagen, e tante altre,ma evidentemente è particolarmente risentito con “zia Fiat”…. ..

  21. Uccio2

    20 Dicembre 2024 at 22:16

    che bell’articolo imparziale come raramente se ne leggono.
    Grazie!!

  22. Mastropiero Giovanni

    20 Dicembre 2024 at 23:40

    Articolo di una superficialità che fa quasi tenerezza. Tipica mentalità italiana: “eh ma all’estero funziona tutto meglio” “eh ma vuoi mettere la Volkswagen” “eh ma vuoi mettere Tesla”. Funziona così in tutto il mondo, ovunque, piuttosto che aprire la bocca per dare fiato, con una disamina che definire superficiale, condita da supercazzole degne di Amici Miei, apri gli occhi e documentati sulle pressioni dei vari brand nei loro paesi, Volkswagen docet.

  23. Piero

    21 Dicembre 2024 at 9:28

    Finalmente una opinione ragionata e fuori dal coro, non concordo soltanto con la definizione sulla nostra amata città, che invece io trovo comunque bella ed attraente. Da Torinese DOC da ben 8 generazioni posso dire che i veri Torinesi non hanno mai amato ne la Fiat né tantomeno la Famiglia alla quale la storia vera ha sempre attribuito le più turpi nefandezze non solo industriali, infatti penso che nessun VERO torinese sia andato in processione di fronte al feretro dell’Avvocato ,salvo forse qualche juventino.Torino dei Torinesi prima dell’arrivo della Fiat era un coacervo di idee e di aziende artigiane che hanno creato meraviglie in tutti i settori, poi sono arrivati loro e hanno fagocitato tutto ed ora , dopo averci mollato le olimpiadi del 2006 se ne sono andati e ci hanno lasciato in braghe di tela . Ora le nostre amministrazioni una peggio dell’altra ci illudono con il turismo, il cinema e tutte queste manifestazioni che ai poveretti che abitano le periferie non portano assolutamente nulla salvo qualche piccolo stipendio dei giovani che vanno a fare i camerieri ad ore nei locali del centro, per non parlare dello sviluppo anomalo dei centri commerciali che, in cambio di qualche rotonda hanno contribuito alla morte dei negozi facendo morire le periferie. Vedo purtroppo per il futuro della nostra bella città ancora molti anni di decadenza.

    • FULVIO GIUSTETTO

      21 Dicembre 2024 at 16:11

      Piero, quoto al 100 % la tua visione !

  24. Toni

    21 Dicembre 2024 at 10:27

    Tutto vero, diciamo anche che un articolo simile, quaranta anni fa non lo avrebbero pubblicato,ma è vero anche che tutto ciò che abbiamo,lo abbiamo scelto noi,votando gli amministratori politici dì ieri, oggi,e forse anche di domani,,,, comunque Torino bellissima e diamo spazio ai giovani,vero investimento del futuro,,,,buone feste a tutti

  25. Giuspin

    21 Dicembre 2024 at 19:26

    Un articolo con una parte di verità, ma pieno di luoghi comuni, all’estero tutto bello, tutto fantastico.
    Se non sbaglio fu il sindaco comunista Novelli a preferire la cosidetta metropolitana leggera (un tram con qualche corsia riservata) alla metropolitana.

  26. Matteo

    21 Dicembre 2024 at 19:28

    buttatele ste automobili che non servono a niente, usate i monopattini che sono il mezzo più funzionale per spostarsi in città

  27. Cateno

    24 Dicembre 2024 at 3:39

    Adesso che la famiglia Agnelli, Elkann e compagnia bella cacci fuori i soldi per il potenziamento della rete metropolitana a Torino.

  28. Già

    25 Dicembre 2024 at 8:46

    diciamo che la ciclabile di via Nizza è stata concepita da un diversamente intelligente per come è fatta, a parte quello che si moltiplichino le ciclabili e azzerino le auto e Torino non può che guadagnarne, i turisti negli ultimi anni ce lo stanno confermando

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *