Ambiente
Nuovo Ospedale Maria Vittoria a Torino: l’alternativa di realizzarlo all’Amedeo di Savoia che la politica e i tecnici non vogliono considerare
Per ricollocare il Maria Vittoria sono stati presi in considerazione sette siti, ma non si è citato in nessun modo il sito dell’Amedeo di Savoia
Continua il dibattito sulla realizzazione di quello che dovrebbe essere il nuovo Ospedale Maria Vittoria che ad oggi pare destinato a localizzarsi nella zona della Pellerina. Martedì 17 dicembre è stata convocata una nuova assemblea pubblica , dopo la prima che si è svolta il 28 ottobre.
I comitati che stanno chiedendo che il progetto venga portato via dal parco della Pellerina per ragioni ambientali, di sicurezza e di opportunità hanno riportato all’attenzione dell’opinione pubblica la possibile alternativa di realizzare un riordino degli Ospedali dell’area nordovest di Torino
I nuovi edifici dove trasferire gli ospedali Maria Vittoria e il nuovo Amedeo di Savoia potrebbero essere costruiti nell’area dell’attuale Amedeo di Savoia e del Birago di Vische per un totale 100 mila metri quadri racchiusa dall’ansa del fiume Dora e da corso Svizzera.
La Regione Piemonte dispone di un progetto definitivo avviato nel 1997, approvato e finanziato nel 2003 nell’ambito del programma di interventi per la prevenzione e la lotta all’AIDS che prevedeva un accorpamento degli Ospedali Maria Vittoria, Birago di Vische e Amedeo di Savoia.
L’area ha superficie in grado di ospitare tutte le strutture di degenza del Maria Vittoria e di accogliere un nuovo pronto soccorso in grado di supportare le necessità del quadrante a nord ovest della città di Torino .
L’area dell’Amedeo di Savoia ha pericolosità Idro Geologica bassa mentre l’area della Pellerina ha pericolosità idrogeologica media come si puó facilmente evidenziare dalle mappe della piattaforma nazionale IdroGEO che mappa gli indicatori di rischio idrogeologico di tutta Italia.
Le mappe di pericolosità da alluvione contengono la perimetrazione delle aree geografiche che potrebbero essere interessate da alluvioni secondo tre scenari di probabilità: scarsa (colore azzurro); media (colore azzurro); e elevata(colore blu scuro). Non solo ma nel 2001 venne realizzato un complesso studio di verifica idrogeologica del progetto di realizzazione del nuovo ospedale dell’Amedeo di Savoia che si chiuse con delle parole molto chiare: “In conclusione sulla base degli approfondimenti tecnici precedentemente illustrati si ritiene che la verifica di fattibilità delle opere in progetto per quanto di competenza e dal punto di vista idrogeologico abbia avuto esito positivo e nulla osti dal punto di vista idrogeologico alla realizzazione del progetto”.
A seguire nel 2007 era stato sviluppato un progetto esecutivo un primo lotto funzionale e funzionante dove trasferire l’Amedeo di Savoia con la costruzione di nuovi edifici, di una di strutture impiantistiche e di collegamento e un potenziamento dell’Amedeo di Savoia per infettivi immunodepressi con 80 posti letto di terapia Intensiva, la creazione di laboratori con protezione per microbiologia e virologia la cui importanza ci è stata dimostrata dagli anni del covid ecc.
Poi gli stanziamenti di fondi e il progetti sono finiti nell’oblio anche perchè il comune il Comune di Torino rallentò il progetto con motivazioni per lo meno discutibili. Dai giornali del 2010 si legge
E’ un miraggio il raddoppio dell’ospedale per malattie infettive Amedeo di Savoia. Un nuovo capitolo si aggiunge alla storia infinita dei lavori annunciati e mai partiti. Una vicenda che ha ormai dell’incredibile: a vent’anni di distanza dai primi disegni e dal primo finanziamento (epoca De Lorenzo) il Comune ha congelato mercoledì scorso il progetto di costruzione del nuovo ospedale da 80 letti e due piani che avrebbe dovuto rimpiazzare le vecchie e cadenti palazzine storiche.
«Non conforme», si legge sul documento inviato dalla divisione Urbanistica del Comune al responsabile dei lavori, Antonio Gesmundo, alla Soprintendenza per i Beni Architettonici, e all’assessore al patrimonio Mario Viano. Una vicenda da commedia dell’assurdo, se non si trattasse di un ospedale che ha in cura 3500 pazienti sieropositivi, 500 con epatite cronica, unico centro per la cura delle malattie a trasmissione sessuale e struttura di consulenza per tutti gli ospedali piemontesi. Dopo gli infiniti ripetuti annunci dell’avvio dei lavori (l’ultimo nel dicembre 2006) la parola più ripetuta in ospedale, adesso, è «scandalo».
Poi c’è il giallo legato al fatto che l’area dell’Amedeo di Savoia non è stata inserita nella lista di sedi potenziali del nuovo Maria Vittoria e ad oggi nessuno ha spiegato esplicitamente le ragioni di questa esclusione.
Rispetto alla soluzione progettuale sull’area della Pellerina, proposta da ASL, la Città di Torino ha rilevato la presenza di criticità: rischio idraulico, modello insediativo, compensazioni ambientali, benefici e sostenibilità ambientale, destinazione dei presidi ospedalieri dismessi che sarebbero molto minori se non assenti nel possibile insediamento nell’area fra l’ansa della Dora e Corso Svizzera.
Per ricollocare il Maria Vittoria sono stati presi in considerazione sette siti, ma non si è citato in nessun modo il sito dell’Amedeo di Savoia mentre sono stati valutate queste aree
- Pellerina
- Vitali
- Comado VVF
- Regaldi
- Regina
- Vallette
- Traves
Per queste collocazioni sono stati valutati diversi parametri
- Distanza dal Maria Vittoria
- Superficie Territoriale
- Proprietà
- Destinazione d’uso attuale sul PRG
- Necessità di variante al PRG
- Attuale utilizzo
- Necessità di bonifica
- Classe geologica
- Classe acustica propria e delle aree limitrofe
- Dotazione di infrastrutture pubbliche
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