Cronaca
Studenti nelle strade di Torino per denunciare le criticità del sistema scolastico italiano: scontri con le forze dell’ordine
La storia raccontata sul profilo Instagram di No Justice No Peace Italy: nell’immagine, un ragazzo di 14 anni atterrato da un agente
TORINO – Per la terza volta in un mese, lo scorso venerdì 13 dicembre, attivisti e studenti guidati da No Justice No Peace Italy hanno preso le strade del capoluogo piemontese per denunciare le condizioni critiche del sistema scolastico e universitario italiano.
Come si legge su un post pubblicato sulla pagina Instagram dell’organizzazione, la manifestazione che ha visto protagonisti studenti delle scuole superiori e universitari, uniti in una mobilitazione che ha attraversato punti nevralgici della città per lanciare un messaggio di denuncia e resistenza. I manifestanti hanno infatti posto l’attenzione sulla fatiscenza degli edifici scolastici e sui continui tagli al settore dell’istruzione, con un particolare focus sulle scuole della cintura di Torino. Questi tagli, sostengono i manifestanti, non solo compromettono la qualità dell’insegnamento, ma portano anche all’accorpamento di più istituti sotto una sola dirigenza, aggravando ulteriormente le difficoltà organizzative e didattiche.
Davanti all’Ufficio Scolastico Regionale, la protesta si è concentrata sulle politiche del ministro Giuseppe Valditara, accusato di promuovere una visione aziendalizzata della formazione. Gli attivisti denunciano che tale impostazione tende a ridurre gli spazi di pensiero critico e di agibilità politica all’interno delle scuole, trasformando l’istruzione in uno strumento finalizzato «esclusivamente a riprodurre la futura classe lavoratrice».
La mobilitazione è proseguita nei pressi della sede di Confindustria, «responsabile dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, molti dei quali all’interno del circuito dell’industria bellica». Durante il corteo, sono stati ricordati Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta, studenti morti durante stage formativi. Gli attivisti hanno ribadito con forza la richiesta di abolire immediatamente questi percorsi.
Il corteo ha poi raggiunto le OGR (Officine Grandi Riparazioni), dove si trovano laboratori di sperimentazione gestiti da Leonardo S.p.A., «azienda bellica coinvolta direttamente nel genocidio in Palestina». Gli attivisti, dopo essere entrati negli spazi delle OGR, hanno denunciato pubblicamente il ruolo di Leonardo S.p.A. nel supporto all’industria militare israeliana e nella proliferazione delle guerre.
La protesta si è infine diretta verso il Politecnico di Torino, «per denunciarne il ruolo nello sviluppo del settore militare e industriale». Tuttavia, l’arrivo al campus è stato accolto da un massiccio schieramento di forze dell’ordine, con camionette della polizia e diversi reparti di celere a presidiare gli ingressi. Nel tentativo di entrare per portare avanti il loro messaggio, i manifestanti sono stati caricati dalla polizia: «diverse persone sono anche state fermate e atterrate dai poliziotti», azione che ha suscitato ulteriore indignazione tra gli attivisti. Nell’immagine di copertina, di Assemblea Studentesca Torino, si vede un ragazzo di quattordici anni preso al collo da un agente delle forze dell’ordine.
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