Cronaca
Archiviate dopo 7 anni le accuse contro il senatore Esposito: non la considero una vittoria
Era accusato di corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite
TORINO – Sono state archiviate dopo 7 anni le accuse contro l’ex Senatore PD Stefano Esposito. Esposito era stato accusato, prima dalla procura di Torino, poi il fascicolo era passato a Roma, di corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite.
Esposito, che da tempo sta portando avanti una campagna sui social per segnalare i tanti errori delle procure con le vite rovinate a persone accusate ingiustamente (solo pochi giorni fa ricordava come dal1992 a oggi quasi 100mila persone arrestate sono state poi assolte ma solo 30mila hanno ottenuto il risarcimento), ha commentato con sollievo e amarezza l’archiviazione.
“Oggi, finalmente, i magistrati di Roma hanno emesso il decreto di archiviazione che pone fine ad una vicenda giudiziaria a dir poco assurda. Questa indagine ha segnato in modo profondo e irreparabile la mia vita e quella della mia famiglia. Gli ultimi sette anni sono stati un incubo che lascia cicatrici indelebili, nonostante l’attuale epilogo che chiude formalmente questa triste pagina della giustizia italiana”.
“Questa archiviazione – continua Esposito – segna la fine di una sofferenza non raccontabile, ma non cancella le sofferenze e le conseguenze a lungo termine. Per sette anni sono stato vittima di accuse infamanti e di gravi violazioni dei miei diritti. Non considero questa una vittoria. Le cicatrici che porto, così come quelle inflitte alla mia famiglia, non potranno mai essere cancellate da niente e da nessuno. La giustizia ha ristabilito la verità, ma il prezzo che ho pagato è stato altissimo. Cercherò di continuare a parlar di questa vicenda affinché simili ingiustizie non si ripetano, con la consapevolezza che, nel nostro Paese, non tutte le vittime di ingiustizia hanno la possibilità di difendersi per così tanti anni e di poter raccontare la propria storia”.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese