Scuola e formazione
Torino, l’Università lancia il corso interdisciplinare di Queer Studies: è il primo in Italia
Il corso, da 6 crediti formativi, sarà erogato interamente in lingua inglese e potrà essere inserito nel percorso di studi da tutte le studentesse e gli studenti dell’Ateneo.
TORINO – Orientamento sessuale e di genere, il femminismo, l’intersezionalità delle diverse forme di discriminazione: sono solo alcuni dei temi classici della teoria queer affrontati nel corso interdisciplinare di Queer Studies, il primo in Italia e lanciato da UniTo.
Il corso, da 6 crediti formativi, sarà erogato interamente in lingua inglese e potrà essere inserito nel percorso di studi da tutte le studentesse e gli studenti dell’Ateneo. L’insegnamento prenderà il via nel secondo semestre dell’anno accademico in corso 2024-2025 ed è formalmente incardinato nel corso di laurea in Global Law and Transnational Legal Studies del Dipartimento di Giurisprudenza.
Il corso di Queer Studies, di cui è titolare il Prof. Antonio Vercellone, docente di diritto privato, vedrà la partecipazione di accademiche/i e di esperti/e provenienti da diverse discipline e dal mondo delle professioni e della società civile.
Tanti i temi che verranno trattati durante le lezioni, tra cui la teoria queer, la storia del movimento LGBTQI+, gli aspetti interdisciplinari della nozione di genere, l’identità di genere e la transessualità, la medicina di genere, il rapporto tra cristianesimo e omosessualità, le tematiche LGBTQI+ nel cinema e nel teatro.
E ancora, gli stereotipi sessuali e di genere nei media, le non monogamie e le nuove forme di famiglia, le nuove forme di genitorialità e genitorialità LGBTQI+, la gender architecture, asilo e protezione internazionale per migranti LGBTQI+, disabilità, sessualità e abilismo, i bias di genere nella teoria economica e molto altro ancora.
“Questo corso – dichiara la Prof.ssa Mia Caielli, Presidente del CUG dell’Università di Torino – conferma l’impegno dell’Università di Torino su questi temi, e aggiunge un importante tassello alle esperienze di didattica e ricerca su genere, orientamento sessuale e identità di genere già presenti nel nostro ateneo”.
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soa
2 Dicembre 2024 at 13:38
mah, che dire un corso fuffa in più…
Ma erogarlo in inglese lo rende più figo? Ma non rischia di diventare meno inclusivo?