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Cultura

Natale a Torino, Teodora Trevisan ci parla della città del futuro

Immaginando una Torino del futuro nel periodo di Natale

Gabriele Farina

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TORINO – Quest’anno il tradizionale appuntamento di Neos Edizioni con Natale a Torino ci porta nel futuro. Teodora Trevisan ha curato la nuova raccolta di racconti che porta il significativo titolo di La città del futuro e finisce per essere particolarmente colorata e divertente.

Diciassette racconti che ci portano nella Torino che sarà o che potrebbe essere. Una Torino immaginata a distanza di pochi anni o di qualche secolo, una Torino sempre pronta a  mostrare un futuro che viaggia in bilico tra emozioni positive e rischi di collasso ambientale.

Così scopriamo un Babbo Natale particolarmente attivo dal punto di vista sessuale, incontriamo una città devastata dal cambiamento climatico, che si dedica al cannibalismo allevando uomini sfortunati. Oppure scopriamo giovani viaggiatori nel tempo e mondi che non sanno più scrivere, e ancora città ormai dedite al totale consumismo, dove l’unico posto sicuro è il centro commerciale.

Le varie Torino che incontriamo mostrano anche diversi livelli di positivismo e speranza. Si va dal futuro brillante in cui la tecnologia ha permesso di ricreare ambienti naturali senza inquinamento e tutto viaggia su binari che sfiorano la perfezione a futuri invece post apocalittici, dove l’egoismo umano ha definitivamente distrutto il pianeta.

Una serie di viaggi davvero vari e curiosi, con ipotesi di futuri possibili, probabili o perfino totalmente fantascientifici, fino all’estremo di un racconto in cui il Toro vince il trentesimo scudetto…

Lo spunto però è estremamente sensato: Torino, che ha sempre anticipato mode, invenzioni, arte, industria e cultura, cosa potrà regalarci nel futuro?

I racconti sono di Chiara Avidano, Rinaldo Ambrosia, Giovanni Casalegno, Luisella Ceretta, Pierangelo Chiolero, Luigi Colasuonno, Silvano Costanzo, Monica Ippoliti, Federico Jahier, Riccardo Marchina, Giuseppe Milano, Carla Negro, Francesco Oriolo, Mauro Poma, Nella Re Rebaudengo, Caterina Schiavon, Teodora Trevisan.

L’intervista con Teodora Trevisan

Quest’anno Natale a Torino ci porta nel futuro. Del resto il capoluogo ha sempre anticipato mode, invenzioni, arte e lavoro. Chi meglio di Torino può parlarci del futuro?

Torino è stata ed è sempre un passo avanti. È stata anticipatrice di movimenti, di fermenti, di scoperte nel campo scientifico e tecnologico, avanguardia nell’arte. Ha in sé il germe dell’innovazione, uno sguardo sul futuro spesso discreto, con quell’understatement che è la cifra stilistica del suo essere città sabauda e insieme focolaio di nuovo pensiero.

Nella raccolta troviamo tanta fantascienza ma anche buoni sentimenti e tradizione. Del resto è Natale…

L’idea del Natale e del futuro potrebbero sembrare concetti antitetici. Invece, in questi racconti, si è consumato un felice incontro tra questi due temi. C’è e ci sarà sempre Natale anche in un futuro distopico, anche in una città ipertecnologica e fantasmagorica. Il conforto della festa, dei riti natalizi, religiosi o laici che siano, rimane in felice dialogo anche con le inquietudini o con le bizzarrie di una ipotetica città futura.

I racconti sono un bel mix di futuri postapocalittici e di perfezione e bellezza. Che indicazioni avete dato agli autori?

Abbiamo chiesto agli Autori di immaginare un futuro di Torino durante le festività natalizie, ma soprattutto di inserire, nei loro racconti un messaggio di speranza, anche negli scenari più cupi. E così è stato.

I temi sono vari, molto presente è il cambiamento climatico. Cosa immaginano i vostri autori su questo aspetto della Torino che sarà?

Questo tema è presente in alcuni racconti. Si immagina una Torino che dopo piogge continue viene ormai sommersa dalle acque e viene salvata da un novello Noè. Altrove si racconta di una città con clima tropicale dove svolazzano pappagallini colorati in mezzo alle palme o, ancora, la città che viene colta di sorpresa e impreparata alla perturbazione dopo essere stata per ventitrè anni senza nevicate.

Non mancano futuri in cui l’Intelligenza Artificiale ha preso il sopravvento. E’ uno dei temi centrali dei prossimi anni?

Sì, il tema dell’intelligenza artificiale è molto presente nei racconti. Viene affrontato con punti di vista diversi, alcuni con scetticismo, altri con entusiasmo, altri ancora con l’idea di qualcosa da maneggiare con cura. Resta comunque, a mio avviso, un nodo di importanza strategica nelle nostre vite, presenti e future. Si tratta di imparare a conoscere a fondo questo strumento e saperlo utilizzare al meglio. Significa anche essere consapevoli dei rischi che può comportare e prevenirli.

Devo dire che a mio avviso è una delle raccolte più varie e divertenti. Immaginare il futuro libera la fantasia degli autori?

Concordo. Questa antologia, il cui tema si pensava fosse un po’ azzardato, si è rivelata un insieme di proposte letterarie brillanti e originali. Gli Autori si sono davvero sbizzarriti e sono riusciti a conciliare tradizioni e strabilianti innovazioni.
È bello sapere che, finché il futuro lo possiamo immaginare, c’è ancora speranza.
E fino a che ci sarà qualcuno che scrive, che racconta e qualcuno che è disposto a leggere e imparare il futuro sarà nelle nostre mani.

Tu come immagini la Torino del futuro?

Mi piace pensare a una Torino colorata, multietnica, mossa da energia positiva, serbatoio di idee, generatrice di bellezza e di gentilezza. Un’utopia, forse, ma è bello augurarselo.

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