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Cronaca

Polemica a Chieri: scuola annulla l’incontro con l’attivista Stefania Secci per le sue foto da modella

L’incontro con la Secci è stato annullato in seguito alla divulgazione di alcune sue foto

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TORINO – Essere invitate a presenziare a un evento che parli di violenza contro le donne, il 25 novembre appunto, e finire per essere oggetto e vittima di una campagna di diffamazione e odio. Sembra un paradosso, ma è quanto accaduto all’influencer, attivista ed ex modella Stefania Secci.

La Secci era stata, infatti, invitata dall’Istituto tecnico Vittone di Chieri e dalla Scuola media di Pino Torinese per parlare in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Ma sui social sono spuntate alcune sue foto che la ritraggono nuda. Così l’incontro di Chieri è stato annullato.

“Si comunica che l’intervento previsto per il 25 novembre 2024 non avrà luogo in quanto l’istituto ha acquisito ulteriori informazioni sulla signora Secci e, al momento, non si ritiene che il suo incontro con gli studenti possa avere una ricaduta didattica e/o educativa”, si legge nella circolare di Elena Maria Garrone, dirigente scolastica dell’istituto superiore Vittone di Chieri. Lo stesso potrebbe valere per la scuola di Pino Torinese.

L’attivista Stefania Secci ha denunciato e fatto arrestare il fotografo Paolo Ferrante; inoltre pare che queste sue foto da modella siano state fatte circolare senza il suo consenso. Non è forse questa una violenza e una forma di discriminazione di cui si dovrebbe parlare anziché farvi calare il sipario?

La reazione sui socail di Stefania Secci

L’influencer, che in queste ore sta ricevendo tanti messaggi di solidarietà, ha scritto su Instagram un lungo post

Il mio paradosso: essere vittima di una campagna di sensibilizzazione e odio, in un evento in cui io stessa sono stata invitata come ospite per sensibilizzare alla violenza di genere, in occasione del 25 Novembre!

In seguito alla pubblicizzazione dell’evento “Libere di essere”, evento in cui la mia missione è quella di divulgare e sensibilizzare alle tematiche della violenza di genere, mi sono ritrovata io stessa vittima di una campagna di odio e diffamazione aizzata da un soggetto a me sconosciuto. Una donna, mamma tra le tante cose.

Le accuse: il mio ex lavoro da modella professionista!

Ricordate che nel 2024 non possiamo ancora stare a giudicare la donna in base a come veste, a come si trucca, in base al suo lavoro, a come si pone pubblicamente o nella sua vita.

A quanto pare, qualcuno non ha ancora ben chiaro che i processi vanno fatti per i veri reati, non per delle foto sensuali. Le persone che veramente possono fare del male, non sono le donne considerate delle “poco di buono”. Chi vuole e chi fa del male, è ancora lì fuori.

E non sono certo io, donna. Discriminata in quanto Donna!

Dice la sua anche su Facebook

Non è certo un segreto che io abbia lavorato per tanti anni nel settore moda/fotografico, percorso che oltretutto mi portò tante soddisfazioni a livello personale e professionale.

Ma la cosa gravissima arriva in merito alla campagna d’odio e altamente diffamatoria che questa persona ha iniziato a fare contro la mia persona, utilizzando le mie vecchie foto professionali da modella (dal cosplay al nude art), con lo scopo di ledere e screditare non solo la mia persona, ma anche il mio operato di attivismo in campo sociale! Insultandomi e diffamandomi non solo nei post pubblici dei Comuni in cui si svolgerà l’evento, ma anche divulgando tutto questo tramite chat private whatsapp!
MA NON FINISCE QUI! Sono stata accusata dalla stessa persona anche di essere titolare di link pornografici e siti dedicati alla vendita di materiale di tale genere.

Informazione FALSA, ma anche altamente diffamatoria.
Anche perché, non solo io NON detengo e NON ho mai realizzato materiale di natura pornografica nella mia carriera da modella, ma oltretutto non sono titolare di nessun sito per la compravendita di tale materiale.
Tutta questa disinformazione e divulgazione di notizie false ha chiaramente causato dei malumori e problematiche, tanto che l’incontro che avrei dovuto tenere con delle scuole è stato annullato.

Ci tengo a precisare che io e il mio legale Vanessa Bonaiti prenderemo provvedimenti legali verso la campagna diffamatoria che si è innescata nei miei confronti, ma soprattutto verso la discriminazione di genere in cui mi trovo vittima, esattamente in quanto donna. Non mi presento agli eventi in qualità di “modella”, bensì di donna che ha subito fin da ragazza pesanti episodi di bullismo e discriminazione sessuale e che vuole raccontare il proprio percorso di rinascita.

Mi presento come persona che vuole portare un messaggio di speranza e che è disponibile a dare qualche consiglio per identificare episodi dai tratti violenti e per tentare di difendersi dai soprusi. Chi mi conosce sa che mi occupo queste tematiche, fornendo concretezza d’azione e schierandomi sempre dalla parte delle vittime di soprusi (vedi il caso Ferrante Paolo in cui la mia attività investigativa ha portato al suo arresto con le accuse di violenza sessuale).

Lo scorso Giugno sono stata premiata in Campidoglio per il mio attivismo in campo sociale contro la violenza sulle donne e mi è stato riconosciuto un premio “Donne D’Amore”.
Sono stata premiata per la concretezza delle mie azioni, per il mio operato costante a favore delle vittime, ma anche per la prevenzione di certe dinamiche.

In queste ore, mi sono ancora più convinta della necessità di parlare di questi argomenti e non ho intenzione di fermarmi solo perché qualcuno ancora oggi non e’ consapevole che solo chi fa del male al prossimo sia una “ poco di buono “
Penso che i motivi per cui una persona debba essere processata e sentirsi accusata, siano dei REATI veri. Cosa ben diversa dal suo modo di esprimersi fotograficamente o di essere.

O forse, qualcuno, non è ancora pronto a capire che noi donne possiamo “Essere Libere” di vestirci come vogliamo, di truccarci come vogliamo, di farci foto sexy pur avendo un ruolo di spessore nella società? Dobbiamo necessariamente avere una censura addosso per essere ritenute valide e attendibili?

Libere di Essere sarebbe dovuto essere ( e si spera sarà) una serata in cui si smuovono le coscienze di tutti e le loro consapevolezza, una serata in cui ognuno di noi si dovrebbe sentire libero dal pregiudizio, libero dalle costrizioni della società e libero dalla paura di essere giudicati in quanto vittima di una qualsiasi forma di violenza.

E parleremo anche di quanto accaduto, dei riscontri psicologici ed emotivi che sta avendo anche sul mio stato d’animo, perché è una vera e propria forma di violenza di genere.

Non avremo nessuna intenzione di stare in silenzio a subire, ci mobiliteremo per farci sentire, tutti insieme, ora e sempre.
Per me, per tutte e tutti quanti. Perchè eventi simili NON devono accadere mai più.

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