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“Se un cuoco non è francese almeno che sia piemontese!”, rievocazione storica alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Dietro le quinte, la vita era scandita da un ritmo incessante

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STUPINIGISabato 16 e domenica 17 novembre, le cucine della Palazzina di Caccia di Stupinigi riaprono al pubblico grazie all’evento “Mondopanna alla Reggia”. L’associazione Le Vie del Tempo propone un percorso suggestivo alla scoperta della vita gastronomica della corte sabauda, rievocando le ricette e le atmosfere che animavano le cucine reali, per celebrare l’arte culinaria e il patrimonio storico piemontese.

L’incontro, intitolato “Se un cuoco non è francese almeno che sia piemontese!”, guiderà i visitatori alla scoperta dei menù d’epoca serviti a corte, dai piatti preferiti dei sovrani ai dolci creati dai pasticcieri reali, tra cui il celebre Giovanni Vialardi, cuoco di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II e autore del “Trattato di cucina, Pasticceria moderna, Credenza e relativa Confettureria”. Le cucine, centro nevralgico della Palazzina, erano un laboratorio complesso e ben organizzato, dove brigate di cuochi e inservienti lavoravano sotto l’attento controllo del capocuoco, figura responsabile di ogni dettaglio, dall’approvvigionamento alla preparazione dei pasti.

Dietro le quinte, la vita era scandita da un ritmo incessante: i grandi tavoli venivano utilizzati per preparare verdure, carni e pesci provenienti dalle riserve reali, mentre cucine dotate di ampie stufe a legna, fornelli e caldaie erano sempre operative per scaldare, asciugare e fornire acqua calda. Oltre ai cuochi, numerosi erano i ruoli impiegati nei “famosi Uffici di Bocca”: pasticcieri, sommelier, uscieri di cucina e portatavole che, in sinergia, contribuivano alla gestione delle complesse necessità della corte.

Particolare attenzione era riservata alla preparazione dei dolci e delle bevande coloniali come tè, caffè e cioccolato, insieme a sorbetti e rosoli. Piatti e bevande venivano serviti con una meticolosa attenzione all’estetica: centrotavola di zucchero, decorazioni di pastillage, preziose porcellane e cristalli adornavano la tavola reale, mentre i celebri “diablottini”, tra i primi cioccolatini in circolazione, rappresentavano una delizia esclusiva dell’epoca.

L’iniziativa permetterà quindi ai visitatori di immergersi nella storia gastronomica e nelle tradizioni culinarie della corte sabauda, esplorando gli spazi delle cucine e degli ambienti di servizio, dove arte e funzionalità si intrecciavano per dar vita a un’epoca di raffinata ospitalità e innovazione culinaria.

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