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Cronaca

Archiviate le accuse per 4 agenti indagati per la morte di Moussa Balde nel Cpr di Torino

Il processo per la morte di Moussa Balde si aprirà nel febbraio del 2025

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TORINO – Sono state archiviate le accuse per i quattro agenti di polizia indagati per la morte di Moussa Balde, il giovane di 22 anni originario della Guinea che nel giugno del 2021 si tolse la vita dopo nove giorni di isolamento in uno degli ospedaletti del Cpr di Torino. Balde, i cui familiari si sono costituiti parte civile con l’avvocato Gianluca Vitale, era stato portato nel Cpr dopo essere stato violentemente aggredito a Ventimiglia.

A disporre l’archiviazione il gip Ersilia Palmeri. Cadono dunque le accuse a carico di Michele Sole, a capo dell’Ufficio immigrazione, accusato di sequestro di persona e falso ideologico, dei funzionari Giuseppe Gentile, accusato di sequestro in concorso, e Francesco Gigante, indagato anche lui per sequestro, falso e morte come conseguenza di altro delitto, e dell’ispettore Antonino Di Benedetto, accusato di falso.

Archiviata anche la posizione del medico Enrico Donegani, che doveva rispondere di lesioni colpose con il responsabile sanitario Fulvio Pitanti.

L’inchiesta, coordinata dai pm Vincenzo Pacileo e Rossella Salvati, si è concentrata sulle lacune nella sorveglianza sanitaria all’interno del Cpr. Al centro della vicenda c’è proprio l’ospedaletto del Cpr, un locale destinato a ospitare i nuclei familiari e che invece sarebbe stato usato per isolare, anche per lunghi periodi, i migranti più agitati o con disturbi mentali.

Per il gip, però, non ci sarebbe stato un uso improprio di queste strutture in quanto, come riporta Rai News, “non esistevano altre strutture idonee a raggiungere concretamente obiettivi di tutela personale o collettiva”. Sempre secondo il gip le “gravi criticità nella gestione e idoneità dei locali del Cpr da parte di tutti gli enti e responsabili preposti” non sono “perseguibili penalmente per difetto di specifica copertura sanzionatoria”.

Per quanto riguarda i funzionari dell’Ufficio immigrazione, a cui i magistrati avevano chiesto una relazione sull’uso degli ospedaletti, non avrebbero commesso il falso, ma avrebbero dato un atto “incompleto” e al massimo “evasivo”.

Già un anno fa la procura di Torino aveva chiesto il rinvio a giudizio per tre persone per quella morte. Settimane fa il tribunale di Torino ha disposto due rinvii a giudizio. Il processo, quindi, si aprirà nel febbraio del 2025 e riguarderà la direttrice delegata di Gepsa – la società che gestiva la struttura – e un medico. Al processo verrà contestata la cooperazione in omicidio colposo. Un ispettore capo della polizia di Stato, all’epoca dei fatti impegnato nella vigilanza all’interno del Cpr, ha patteggiato un anno di reclusione.

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