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Airbag difettosi, Codacons ribadisce i rischi di morte: “Forse Stellantis non lo ha capito?”
Nonostante l’ordinanza di condanna del Tribunale di Torino, la sicurezza dei consumatori continua ad essere a rischio.
TORINO – Circa una settimana fa, davanti al Tribunale Civile di Torino, era partita la class action contro PSA Groupe Italia e Stellantis per il caso degli airbag Citroen difettosi.
A promuovere l’azione legale sono Codacons, Adusbef e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi. Il loro obiettivo è quello di far ottenere un risarcimento ai singoli proprietari delle auto; una richiesta parallela al provvedimento per inibitoria dello scorso 11 ottobre con cui i giudici torinesi hanno condannato Psa a sostituire immediatamente entro il 31 gennaio 2025 l’airbag difettoso a tutte le auto coinvolte, con forti penali in caso di inottemperanza.
Ma secondo il Codacons, nonostante l’ordinanza di condanna del Tribunale di Torino, la sicurezza dei consumatori continua ad essere a rischio.
La condotta della società è ancora oggi infatti insufficiente e inadeguata: sebbene Stellantis dichiari di “essersi sempre impegnata fin dall’avvio della campagna di richiamo per minimizzare il disagio dei clienti”, ad oggi, di essere “fortemente impegnata nell’esecuzione del richiamo e sta accelerando gli sforzi al limite di quanto tecnicamente possibile…” e… “oltre 136.000 veicoli coinvolti nel richiamo hanno già effettuato il check-in”, ovvero sia sono veicoli registrati dalla società, ma in attesa di essere richiamati per effettuare gli interventi necessari. Come la stessa afferma nel suo ultimo comunicato stampa del 30 ottobre.
Per l’associazione tale situazione appare grave ed ingiustificabile. Non si ritiene infatti accettabile che una multinazionale come la Stellantis non sia in grado di adempiere pienamente ai propri obblighi costringendo i propri clienti a rischiare di subire danni gravissimi, vista la presenza di un vero e proprio “airbag killer” installato sui veicoli in questione.
Stellantis infatti ha le risorse economiche necessarie per risolvere rapidamente il problema.
Invero, da come si evince dai dati forniti sul sito ufficiale, la società possiede un capitale sociale di 3.132.572.861 azioni ordinarie, ciascuna con un valore nominale di euro 0,01, con un utile netto registrato nell’anno 2023 di € 16,8 miliardi. Ed altresì un patrimonio netto pari ad € 82,1 miliardi registrato al 31 dicembre 2023 .
Tali cifre dimostrano pienamente la capacità di Stellantis di risolvere immediatamente il problema disponendo delle risorse economiche necessarie per sostituire gli airbag difettosi e contemporaneamente fornire un’auto sostitutiva a tutti i proprietari dei veicoli interessati, senza compromettere la propria stabilità economico-finanziaria. È pertanto inaccettabile un ritardo nell’adempimento dei propri obblighi tenendo conto che il problema era noto alla società sin dal 2017.
Sebbene Stellantis affermi di aver ampliato la capacità della rete di sostituzione e di fornire vetture di cortesia, rimane invariato il fatto che migliaia di veicoli sono ancora fermi per difetto di fabbrica.
Più nello specifico, sulla base dei dati forniti dalla società automobilistica nel mese di settembre 2024 si evidenzia che:
1) il check-in è stato effettuato da circa 127.036 veicoli su un totale di 173.328 veicoli danneggiati;
2) solo ca. 46.706 veicoli sono stati riparati (tra quelli che hanno effettuato il check-in);
3) la capacità produttiva dei kit airbag è di circa 17.000 a settimana dei quali solo ca 6.000 destinati all’Italia (atteso che il fenomeno coinvolge altri paesi europei quali a titolo esemplificativo Francia e Germania;
4) il tempo medio tra l’invio del voucher e la messa in riparazione è di ca 8 settimane;
5) al giorno vengono riparati solo ca.1.000 veicoli su un totale di ca. 173.000 veicoli coinvolti.
Da ciò si evince chiaramente la lentezza e l’insufficienza delle misure correttive adottate dalla società automobilistica. A fronte dei dati aggiornati forniti dalla stessa Stellantis nel comunicato stampa del 30 ottobre 2024, la società appare tuttora ben distante dal conformarsi agli obblighi sanciti dal Tribunale di Torino. Si rileva infatti che, ad oggi, in Italia risultano riparati solo circa 74.000 veicoli, con un incremento di soli 27.294 unità rispetto a settembre, a fronte di un totale di 173.328 veicoli interessati dalla problematica.
Sulla scorta di tale evidenze e sulla base della solida struttura economico-finanziaria di cui dispone, Stellantis possiede le risorse necessarie e sufficienti per porre immediatamente rimedio alla criticità ancora in essere derivanti dalla campagna “STOP DRIVE” a causa degli “airbag killer”. Posticipare ulteriormente gli interventi necessari dimostra una grave negligenza nei confronti dei propri doveri e mette a rischio la sicurezza dei propri clienti, i quali si aspettano ormai risposte concrete e immediate.
Immagine di repertorio
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