Cronaca
Trenta anni fa l’alluvione che sconvolse il Piemonte
Un evento che provocò danni ingenti e vittime.
TORINO – Sono passati esattamente 30 anni dall’alluvione che sconvolse il Piemonte: era la notte tra il 5 e il 6 novembre 1994. Un evento che provocò danni ingenti e vittime.
Come ricorda l’Arpa Piemonte, l’autunno 1994 fu caratterizzato, fino alla prima decade di novembre, da una forte instabilità meteorologica. Dalla seconda metà di ottobre, si instaurarono precipitazioni a carattere temporalesco e deboli nevicate. L’ultima decade del mese un forte afflusso di aria instabile in quota determinò un’intensificazione dei fenomeni, piogge copiose e nevicate abbondanti in quota.
Dal 29 ottobre fino ai primi di novembre un forte aumento della temperatura dell’aria causò la fusione del manto nevoso al di sotto dei 2000 metri ed un forte incremento dell’umidita dell’aria che contribuì al verificarsi, nei giorni successivi, di precipitazioni di eccezionale intensità, con oltre 300 mm medi nel bacino del Tanaro.
Tutto il Piemonte risultò colpito dall’evento, con danni enormi. In particolare, i territori coinvolti furono:
- in Provincia di Cuneo: il Monregalese, il bacino del Tanaro escluso il sottobacino della Stura di Demonte, il Cebano e la Langa Cuneese;
- in Provincia di Torino: la zona di pianura, la fascia pedemontana, il Pinerolese, il Canavese, l’Eporediese, nonché porzioni di territorio confinante con la Langa Astigiana e Cuneese;
- nelle Province di Biella e Vercelli: le colline e Prealpi del Biellese e la Val Sesia;
- in Provincia di Alessandria: ii bacino del Tanaro, ii Capoluogo ed i bacini dell’Acquese e del Bormida di Millesimo fino alla testata in Provincia di Cuneo;
- in Provincia di Asti: la piana del Tanaro e suoi affluenti nonché la Langa Astigiana.
Un nuovo sistema di allertamento
Da allora le modalità di previsione, gestione e allertamento per questo tipo di fenomeni han fatto passi da gigante, permettendo al sistema paese una miglior capacità di risposta agli eventi meteorologici intensi. I sensibili progressi nella modellistica meteorologica ed idraulica hanno permesso la valutazione quantitativa di scenari di rischio previsionali.
Non solo progressi tecnico-scientifici. Il passo fondamentale, scaturito dai drammatici eventi piemontesi del 1994, è stato la definizione di un sistema di allertamento, costituito da soggetti, strumenti, procedure definite e condivise, finalizzate alle attività di previsione del rischio, di allertamento e di attivazione delle strutture che fanno parte del sistema regionale di Protezione Civile.
Il sistema di allertamento si compone di tre funzioni essenziali concatenate tra loro:
- la previsione della situazione meteorologica, idrogeologica e idraulica attesa e la valutazione del livello di criticità sul territorio connesso ai fenomeni meteorologici previsti;
- l’attivazione di fasi operative di protezione civile di preparazione allo scenario di evento previsto e di monitoraggio e gestione dell’emergenza ad evento in atto;
- la comunicazione tra i soggetti istituzionali, non istituzionali e i cittadini, al fine di mettere in atto le azioni previste nei piani di protezione civile e le corrette norme comportamentali finalizzate all’autoprotezione.
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