Seguici su

Società

Il Cpr di Torino è il più costoso d’Italia, anche da chiuso

Secondo la ricerca di ActionAid quello di Torino è un tipico “Cpr metropolitano” che funziona come una propaggine del carcere

Gabriele Farina

Pubblicato

il

TORINO – Il Cpr di Torino è il più costoso d’Italia, anche se è inutilizzato. Sono 50mila le persone straniere detenute dal 2014 al 2023 nei Cpr italiani, centri che – denuncia ActionAid – “violano i diritti umani e sono un disastro per le finanze pubbliche”.

Nel report “Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” preparato da ActionAid e dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari si parla di “un sistema inumano e costoso, inefficace e ingovernabile”. Il report è un lavoro di analisi dettagliata di dati sul sistema
di detenzione volto al rimpatrio dal 2014 al 2023, raccolti grazie a 97 richieste di accesso agli atti a Ministero dell’Interno, Prefetture e Questure e a 53 richieste di riesame.

Il Cpr di Torino

Nel periodo 2018-2023, il Cpr di Torino ha registrato una media di 88 presenze giornaliere e di 783 ingressi annuali. I dati relativi al 2023 sono poco indicativi perché la riferiti ai primi tre mesi, in cui si registrano 235 ingressi. Nel 2022 le persone entrate nel Cpr piemontese sono state 807. Quello di Torino è un tipico “Cpr metropolitano” che funziona come una propaggine del carcere: una struttura in cui fanno ingresso molti detenuti, che registrano tempi di permanenza relativamente lunghi e una bassa incidenza di rimpatri.

Nel periodo 2018-23, il tempo di permanenza medio è stato di 46 giorni (significativamente più alto rispetto alla media nazionale di 36 giorni) e nel 2022 di 47 giorni. La percentuale annua media di ingressi dal carcere (24%) è più alta di nove punti percentuali rispetto alla media nazionale, ed è in linea con quanto registrato per il 2022 (25%), mentre quella di richiedenti asilo (15%) più bassa di sette punti nel periodo considerato vede un picco del 29% nel 2022. La percentuale di rimpatri eseguiti dal Cpr di Torino è del 37%, più bassa di dieci punti percentuali rispetto alla media nazionale del periodo e nel 2022 si attesta intorno al 32%. Molto più alta della media nazionale la percentuale di uscite decorrenza termini, che nel Cpr di Torino raggiunge il 21% degli ingressi (22% nel 2022).

“Il dato sulle persone tradotte dal carcere unito al tempo di permanenza medio e all’alta percentuale di uscite per decorrenza termini mostrano come le persone in uscita dalle carceri sono tuttavia più difficili da espellere e, di conseguenza, restano trattenuti più a lungo.” Spiega Giuseppe Campesi dell’Università di Bari, “L’ulteriore periodo di trattenimento è dunque doppiamente afflittivo, poiché in gran parte ingiustificato alla luce della scarsa probabilità di eseguire un rimpatrio”.

I costi

A marzo 2023 il centro è stato temporaneamente chiuso (dovrebbe riaprire a novembre) per consentire il ripristino dell’intero complesso che aveva praticamente perso quasi del tutto la sua capacità ricettiva a causa delle rivolte dei mesi precedenti. Nonostante l’opposizione della società civile e nonostante il consiglio comunale di Torino ne abbia approvato la chiusura definitiva, la nuova gara per la gestione del Cpr è stata indetta nel luglio 2024, per soli 70 posti.

Nel periodo 2018-2023, il Cpr di Torino ha avuto un pro-capite pro-die medio di euro 34,30, poco al di sopra del dato nazionale e si attesta sui 37,98€ nel 2022 e 2023. Nello stesso periodo il costo complessivo della struttura è stato di oltre 15 milioni di euro, di cui il 32% spesi per costi di manutenzione straordinaria, una percentuale che nell’ultimo biennio raggiunge quasi il 42% (oltre 2milioni e 300mila euro su un totale di oltre 5 milioni e 600mila euro complessivamente spesi nel biennio 2022-23). Nonostante sia stato sostanzialmente chiuso per l’intero anno, nel solo 2023 il Cpr di Torino è costato oltre 3 milioni e 400mila euro, diventando nel medesimo anno il Cpr più costoso d’Italia. Costi incorsi principalmente per l’affitto della struttura versato a Ferrovie
dello Stato, per le manutenzioni straordinarie e per appianamenti di debiti con l’ente gestore. Il costo medio di un singolo posto nel 2022 è stato pari a poco più di 16mila euro.

“Nonostante Torino mantenga nel tempo la capienza media effettiva più alta dopo Roma tra i Cpr di lungo corso”, afferma Fabrizio Coresi esperto di migrazione per ActionAid, “le elevate spese di manutenzione straordinaria registrate sono un chiaro indicatore, assieme alla continua oscillazione dei posti effettivamente disponibili nel centro, dell’invivibilità della struttura, sottoposta a continui danneggiamenti e a sistematiche ristrutturazioni straordinarie, fino alla chiusura del marzo 2023.”

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    Colombatto Maria Letizia

    25 Ottobre 2024 at 9:25

    E una vergogna da ogni punto di vista sia per l’accoglienza che per la manutenzione ,ci saranno dei responsabili no???

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *