Seguici su

Salute

Coldiretti Torino: servono più abbattimenti di cinghiali nel Parco della Mandria

Coldiretti Torino ribadisce la necessità di un intervento risolutivo per ridurre il numero di cinghiali

Gabriele Farina

Pubblicato

il

TORINOColdiretti Torino lancia un appello deciso all’Ente di Gestione dei Parchi Reali e alla Regione Piemonte affinché vengano intensificati gli abbattimenti e le catture dei cinghiali, in particolare nelle aree circostanti il Parco della Mandria, il cosiddetto “preparco”.

“Le segnalazioni di danni ai campi da parte delle aziende agricole presenti nel preparco sono sempre più numerose – dichiara Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – La situazione è diventata insostenibile, e l’agricoltura del territorio è a rischio.”

Se all’interno dei confini storici del Parco della Mandria, delimitato dalle mura ottocentesche, gli abbattimenti vengono eseguiti con regolarità (pur senza raggiungere ancora risultati ottimali), la gestione delle aree esterne, pur incluse nel perimetro del parco, lascia molto a desiderare. Le zone interessate, che comprendono diversi comuni agricoli come Venaria Reale, San Gillio, Druento, La Cassa e altri, continuano a soffrire per la mancanza di un controllo efficace della popolazione di cinghiali.

Coldiretti Torino ribadisce la necessità di un intervento risolutivo per ridurre il numero di cinghiali a livelli tali da non rappresentare una minaccia per le attività agricole e la sicurezza pubblica. “Servono metodi di cattura e abbattimento all’altezza dell’emergenza – sottolinea Mecca Cici – e chiediamo che vengano impiegati anche i selecontrollori, inclusi quelli specificamente formati per la difesa delle colture agricole.”

L’ammissione dei selecontrollori agli interventi nel preparco, sottolinea Coldiretti, è diventata ormai urgente, soprattutto alla luce degli obiettivi fissati dalla Regione Piemonte per contrastare l’emergenza legata alla Peste Suina Africana (PSA). “La densità attuale dei cinghiali è un rischio non solo per le colture, ma anche per la possibile diffusione del virus PSA – conclude Mecca Cici – Un focolaio locale sarebbe una catastrofe per l’intera filiera agroalimentare del Torinese.”

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *