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Giacomo Bove: l’esploratore piemontese che scoprì il Passaggio a Nord-Est

Ufficiale della Marina italiana e audace esploratore, Bove ha contribuito significativamente alla conoscenza geografica del XIX secolo

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ALESSANDRIAGiacomo Bove, nato il 23 aprile 1852 a Maranzana in provincia di Asti, ma non lontano da Acqui Terme, è una figura emblematica nell’epoca d’oro delle esplorazioni geografiche. Bove è noto soprattutto per le sue missioni nelle regioni polari e in Africa. Ufficiale della Marina italiana e audace esploratore, Bove ha contribuito significativamente alla conoscenza geografica del XIX secolo, portando l’Italia a competere con le grandi potenze esploratrici dell’epoca.

Giacomo Bove: era un marinaio di collina. Nato a Maranzana, nel Monferrato Astigiano, da Francesco Bove e Antonia Garbarino, proprietari di vari vigneti, aveva quattro fratelli: Maria, Isabella, Giuseppe e Rosa,  Bove fu spinto fin da giovane verso il mare, iscrivendosi all’Accademia Navale di Genova, dove si formò come ufficiale di marina. Dopo i primi incarichi militari, il suo spirito avventuroso e la passione per le scienze naturali lo portarono a cercare esperienze ben oltre le acque del Mediterraneo.

Il Passaggio a Nord-Est

Nel 1878, Bove fu selezionato per partecipare alla celebre spedizione dell’esploratore svedese Adolf Erik Nordenskjöld, che aveva l’obiettivo di scoprire il leggendario Passaggio a Nord-Est, una via marittima tra l’Europa e l’Asia attraverso l’Artico. A bordo della nave Vega, Bove attraversò l’Artico siberiano, arrivando a compiere un’impresa storica: la prima circumnavigazione dell’Eurasia attraverso le gelide acque artiche. Questa spedizione non solo dimostrò la navigabilità del Passaggio a Nord-Est, ma rafforzò la reputazione internazionale di Bove come esploratore di talento.

Dopo il successo nell’Artico, Bove rivolse il suo sguardo verso le regioni tropicali. Nel 1880, partì alla volta dell’Africa, dove organizzò una serie di spedizioni nella regione del Congo e nell’attuale Benin. Queste esplorazioni non furono meno rischiose delle avventure polari: oltre alle difficoltà logistiche, Bove e il suo team dovettero affrontare malattie, clima estremo e la complessità di navigare e muoversi attraverso territori inesplorati e ostili.

Le sue ricerche in Africa ebbero una duplice funzione: oltre a mappare nuovi territori, Bove si impegnò a comprendere e descrivere la geografia e la vita delle popolazioni locali, cercando di promuovere il dialogo interculturale e lo sviluppo economico dell’Italia nel continente africano.

Nonostante i suoi successi, la vita di Giacomo Bove fu segnata da difficoltà e delusioni. Tornato in Italia, cercò di organizzare una spedizione antartica, ma non trovò il sostegno necessario. I fallimenti e la solitudine iniziarono a pesare su di lui, e, colpito da una grave depressione, il 9 agosto 1887, a soli 35 anni, Bove si tolse la vita a Verona. La sua salma riposa ora nella cappella di famiglia nel cimitero di Maranzana.

La casa museo Giacomo Bove

Dal 2o04 a Maranzana è stata creata la Casa Museo Giacomo Bove  gestita dall’associazione culturale Giacomo Bove e Maranzana che raccoglie moltissimo materiale sull’esploratore piemontese. Ogni anno si celebra il Giacomo Bove Day.  La prima base scientifica italiana creata in Antartide nel 1976 è stata intitolata a Giacomo Bove. Purtroppo la Marina Militare argentina la distrusse dopo otto mesi dalla sua costruzione. La cantina sociale di Maranzana ha dedicato un vino rosso il Vega, all’omonima nave sulla quale Giacomo Bove scoprì il Passaggio a Nord-Est, attraverso il Mar Glaciale Artico, dall’Atlantico al Pacifico.

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