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Cronaca

Conti spiati: il generale De Vita chief security office, e da Intesa Sanpaolo arrivano le scuse

Spiati i conti anche di personalità di spicco della politica, dello spettacolo e dello sport.

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TORINO – La bufera che si è abbattuta sull’istituto bancario di Intesa Sanpaolo non si placherà a breve. Difficile fare i conti con uno scandalo di tale portata: il  bancario Vincenzo Coviello, funzionario della filiale di Bisceglie di Intesa Sanpaolo, tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024, ha – con tutta tranquillità, liberamente e senza autorizzazione – consultato i dati di 3.572 clienti in ben 679 filiali del gruppo.

I conti di spicco

Da quanto emerso, Coviello – a detta sua “per curiosità” – ha spiato i conti anche di personalità di spicco della politica, dello spettacolo e dello sport. Tra i conti quello della premier Giorgia Meloni e di sua sorella Arianna, del presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro della Difesa Guido Crosetto e la moglie Gaia Saponaro, i ministri del Turismo e degli Affari europei Daniela Santanchè e Roberto Fitto. E ancora: quello del procuratore della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, Francesco Totti e Antonello Venditti.

Le indagini della Procura di Bari ora dovranno stabilire come sia potuto accadere e se il bancario, licenziato ad agosto, abbia effettivamente potuto agire da solo e indisturbato per ben due anni. Nel frattempo, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina preme con il Cda per la nomina del generale del Corpo d’armata dei carabinieri Antonio De Vita nel ruolo di chief security office di gruppo, nuova area a riporto del consigliere delegato con la responsabilità per la cyber security e la sicurezza.

Le scuse di Intesa Sanpaolo

Come noto un dipendente infedele della nostra Banca, con un comportamento che ha gravemente violato le norme, i regolamenti e le procedure interne, ha consultato dati e informazioni riguardanti alcuni clienti in modo ingiustificato.

Il sistema interno di controlli lo ha individuato, abbiamo inviato notifica al Garante della Privacy, abbiamo licenziato il dipendente infedele e abbiamo sporto denuncia come parte lesa.

Siamo molto dispiaciuti di quanto accaduto e chiediamo scusa.

Quanto avvenuto non dovrà più accadere.

Confermiamo che non c’è stato alcun problema di sicurezza informatica rispetto alla quale Intesa Sanpaolo si colloca nelle migliori posizioni internazionali.

L’impegno di tutte le 100.000 persone che lavorano in Intesa Sanpaolo è per confermare i livelli di eccellenza che pongono la Banca ai vertici europei.

Grazie ai valori che ci guidano proseguiremo nell’assicurare il nostro ruolo di motore economico e sociale dell’Italia.

Si legge in una nota ufficiale del gruppo bancario.

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