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Società

Il Coordinamento Torino x Gaza conferma la fiaccolata del 7 ottobre nonostante il divieto della Questura

“Riconosciamo nella censura che provano ad imporci una parte della strategia di supporto e collaborazionismo dello stato Italiano alle politiche genocidiarie israeliane e rivendichiamo pertanto il diritto a manifestare”

Gabriele Farina

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TORINO – La Questura di Torino decide di non autorizzare la fiaccolata cittadina “Un anno di genocidio, un anno di resistenza”, organizzata per il 7 ottobre, in Piazza Castello, così come il pre-concentramento lanciato dalla componente studentesca ma gli studenti decidono di farla ugualmente.

“Negli ultimi 12 mesi, si sono susseguite moltissime manifestazioni e momenti di piazza, che in diverse forme e modalità hanno espresso vicinanza, solidarietà ed appoggio alla popolazione di Gaza ed ora del Libano, colpite dalla brutalità degli attacchi israeliani. – scrive il Coordinamento Torino X Gaza –  In questi dodici mesi, la cittadinanza assieme alla componente studentesca ed universitaria, ha protestato contro le politiche di guerra, genocidio e occupazione del governo israeliano, così come contro il collaborazionismo italiano ed occidentale nei crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati da Israele”.

“Queste piazze – continuano -sono state da sempre e fin da subito animate da una pluralità di collettività, mostrando una reazione davvero collettiva e cittadina al massacro ed al genocidio in corso. Le richieste sono sempre state chiare: cessate il fuoco, l’interruzione del sostegno da parte dello Stato italiano alle politiche di guerra e genocidio del governo israeliano, la fine del regime di colonialismo, occupazione militare, segregazione, apartheid e pulizia etnica nei territori palestinesi ed il sostegno alla Palestina ed alla sua resistenza contro il colonialismo sionista”.

Perchè il 7 ottobre

“La scelta di scendere in piazza proprio il 7 ottobre è legata, in primis ma non solo, alla volontà di ricordare e protestare contro tutte le morti ed i crimini causati da un anno di genocidio portato avanti da Israele, ricordare gli oltre 42mila morti e schierarsi contro la distruzione sistematica di scuole, case, ospedali, centri di culto. – si legge ancora nel comunicato – Inoltre, riteniamo fondamentale ribaltare la faziosa e distorta narrazione che vede questo genocidio proprio a causa del 7 ottobre. Oggi più che mai, dall’inizio dell’invasione e degli attacchi in Libano che conta già migliaia di vittime, è fondamentale palesare come la radice di tutto questo sia lo stesso progetto coloniale sionista nella sua essenza”.

Il divieto deciso dalla Questura di Torino “è, come per la piazza di Roma, squisitamente politico. Benché fintamente declassato a motivi di “ordine pubblico”, una scusa molto in voga negli ultimi anni e non solo a Torino, tale divieto è chiaramente volto a silenziare il dissenso politico e per tanto va inserito nel contesto generale di repressione e criminalizzazione a cui stiamo assistendo, coronato dal prossimo all’approvazione DDL1660 promosso dal governo Meloni”.

“Rifiutiamo l’appiattimento delle manifestazioni in supporto alla Palestina a riunioni di “galassie pro Hamas”, – concludono – così come la stantia equiparazione della resistenza palestinese a “terrorismo”. Riconosciamo nella censura che provano ad imporci una parte della strategia di supporto e collaborazionismo dello stato Italiano alle politiche genocidiarie israeliane e rivendichiamo pertanto il diritto a manifestare”.

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