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Cultura

Il 6 ottobre 1924 la voce di Maria Luisa Boncompagni annuncia la prima trasmissione radiofonica

La storia della radio dal 1924 al 1933

Alessia Serlenga

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TORINO – 6 Ottobre 1924. Un giorno che segna l’inizio di un’era, un atto di nascita per la comunicazione di massa in Italia. La prima trasmissione radiofonica del Paese risuona nell’aria: la voce delicata di Maria Luisa Boncompagni fa il suo ingresso nel quotidiano degli italiani, proponendo un programma semplice ma affascinante. Musica operistica, da camera, concerti, bollettini meteorologici e notizie di borsa si alternano, avviando una nuova epoca di informazione e intrattenimento.

La fondazione dell’URI, l’Unione Radiofonica Italiana, il 27 agosto dello stesso anno, rappresenta un momento cruciale per lo sviluppo della radio in Italia. Quest’unione tra le più importanti compagnie radiofoniche dell’epoca – Radiofono, controllata dalla prestigiosa Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari) – getta le basi per una rete di emissione che si concretizza nella sola stazione di Roma, allora immersa nella campagna. Enrico Marchesi, ex direttore amministrativo della FIAT, viene nominato presidente dell’ente, e sotto la guida del Ministro delle Comunicazioni, Costanzo Ciano, la radio comincia la sua avventura.

Con l’appoggio dell’Agenzia giornalistica Stefani, designata come unica fonte di notizie per l’URI, la radio non è solo un mezzo di comunicazione, ma diventa anche uno strumento di regime.

Nel gennaio 1925, il Radiorario, settimanale ufficiale dell’URI, inizia a circolare con lo scopo di promuovere la radio e comprenderne i gusti e le esigenze degli ascoltatori, che al tempo sono più attratti dalla novità tecnologica che dai contenuti stessi. Tra il 1924 e il 1929, l’espansione delle trasmissioni arriva a Milano (1925), Napoli (1926) e Torino (1929), accrescendo la presenza della radio nel paese.

Il grande salto avviene nel gennaio 1928, quando l’URI diventa EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche. Questo cambiamento segna il momento in cui la radio si afferma come un potente veicolo di comunicazione di massa, che conquista l’attenzione del pubblico non solo con informazioni ma anche con intrattenimento. Dagli spettacolari collegamenti da treni e aerei in movimento, la radio sorprende e appassiona, dando vita a un’onda di entusiasmo.

Nel giugno 1933, la Radiorurale viene introdotta: un ricevitore a prezzo imposto per facilitare l’accesso della popolazione rurale alla radio. Con questo dispositivo, più di tre milioni di bambini italiani hanno l’opportunità di avvicinarsi alla radio e, attraverso essa, alla lingua italiana. La radio non è più solo un divertimento urbano, ma diventa una risorsa fondamentale per l’educazione e la coesione sociale del Paese.

Così, da una semplice trasmissione, la radio in Italia evolve in un fenomeno culturale di massa, uniendo persone e storie, ognuna con la propria voce in questo nuovo mondo sonoro. A distanza di quasi un secolo, possiamo ancora ascoltarne l’eco, un testimone prezioso di un’epoca in rapida trasformazione.

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