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Cronaca

Fondazione Crt: mentre gli indagati per il patto occulto salgono a 14 arriva la nomina di due nuovi consiglieri

La situazione della Fondazione continua a non essere delle migliori.

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TORINO – Sono Gianluca Aimaretti e Vincenzo Ferrone i due nuovi consiglieri nominati ieri dal consiglio di indirizzo della Fondazione Crt, presieduto da Anna Maria Poggi.

Entrambi sono stati selezionati dalle terne proposte dal Comitato regionale universitario del Piemonte, rafforzando così la rappresentanza territoriale dell’organismo, dopo le dimissioni di Gianluca Gaidano e il posto reso vacante dalla nomina di Anna Maria Poggi alla presidenza.

“Il percorso di rinnovamento della Fondazione Crt procede in piena collaborazione con tutte le componenti della struttura e nel rispetto delle linee guida del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il consiglio di Indirizzo continuerà a sostenere le numerose realtà del territorio, promuovendo una sinergia sempre più efficace con le istituzioni locali.

Come presidente è mia responsabilità statutaria quella di garantire l’autonomia e l’indipendenza della Fondazione. Il lavoro avviato è e sarà coerente con questo impegno, per una maggiore trasparenza e inclusione nelle decisioni e nelle attività della Fondazione”, spiega Poggi nelle parole riportate da Ansa.

Gli indagati e il patto occulto

Ma la situazione della Fondazione continua a non essere delle migliori. Gli indagati per il presunto patto occulto sono saliti a 14 e potrebbero anche aumentate. Le ultime due persone che risultano indagate, dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza che hanno interessato anche delle chat nei telefoni degli indagati, sono Davide Canavesio, che si è dimesso dal Cda lo scorso 7 agosto, e Anna Di Mascio, che il 25 giugno lasciò la delega di sindaco delle Ogr.

Entrambi componenti del cda di Fondazione Crt al momento dei fatti contestati ed entrambi hanno ricevuto un avviso di garanzia.

Non solo, La Stampa riporta la trascrizione della conversazione telefonica riservata avvenuta il 12 aprile scorso tra il notaio Luciano Mariano, presidente di Cr Alessandria e amico di vecchia data dell’ex presidente della Fondazione Crt Fabrizio Palenzona, e Corrado Bonadeo, il presunto ideatore del patto occulto al centro dell’inchiesta su Crt.

Ne esce fuori un quadro in cui Palenzona e Mariano avrebbero esercitato pressioni su Bonadeo per spingerlo a dimettersi dalla Fondazione, non senza avere in cambio qualcosa però: un posto in Casse e depositi e prestiti oppure nella Banca d’Asti. In virtù di quanto emerso, nei giorni scorsi, i pm Lisa Bergamasco e Paolo Del Grosso, coordinati dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio, hanno iscritto sul registro degli indagati Mariano per concorso in corruzione tra privati. Medesimo reato contestato a Palenzona.

Non si arresta quindi il terremoto che ha colpito, e sconvolto, la Fondazione Crt. Un vaso di Pandora che si è scoperchiato con le dimissioni improvvise del presidente Fabrizio Palenzona.

Palenzona, arrivato un anno fa alla guida della terza fondazione di origine bancaria, ha lasciato la sua carica di presidente della Fondazione CRT con una lettera indirizzata ai consiglieri di amministrazione. Ma la situazione si era complicata già nei giorni precedenti, con la revoca dell’ex segretario generale Andrea Varese, sostituito ad interim dall’avvocato Annapaola Venezia, già vicesegretario generale.

La sfiducia ad Andrea Varese derivava dalla sua comunicazione al ministero dell’Economia e delle Finanze, che deve vigilare sulle fondazioni di origine bancaria, di un presunto patto occulto fra alcuni membri del consiglio d’indirizzo per orientare le nomine all’interno dell’organo di 22 membri.

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