Cronaca
Operazione “Factotum” della GdF: arrestate sei persone per associazione mafiosa nel torinese
L’operazione ha permesso agli investigatori di smascherare un’organizzazione legata alla ‘ndrangheta, radicata principalmente nell’area di Carmagnola
CARMAGNOLA – Gli agenti della Guardia di Finanza di Torino hanno arrestato sei persone accusate di far parte di un’associazione di tipo mafioso e di essere coinvolte in attività illecite come ricettazione, estorsione aggravata e possesso illegale di armi.
L’operazione, denominata “Factotum“, ha permesso agli investigatori di smascherare un’organizzazione legata alla ‘ndrangheta, radicata principalmente nell’area di Carmagnola. Le indagini, condotte attraverso pedinamenti, attività di sorveglianza e intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno portato all’arresto dei sospettati.
Dall’inchiesta è emerso che il gruppo criminale garantiva protezione agli imprenditori locali in cambio di denaro, estorto con metodi intimidatori. I proventi venivano poi destinati a coprire le spese legali dei membri dell’organizzazione e a sostenere le loro famiglie.
Tra gli indagati, figura un sindacalista del settore edile e un uomo già coinvolto nell’inchiesta “Minotauro”, che aveva rivelato la presenza della ‘ndrangheta nel Torinese e in Piemonte. Secondo l’accusa, quest’ultimo avrebbe un ruolo dirigenziale e organizzativo all’interno della rete mafiosa calabrese, ancora attiva nella regione. Un altro sospettato, affiliato alla ‘ndrangheta dal 2003, avrebbe facilitato lo scambio di informazioni tra i membri del gruppo e concordato, con altri complici, modalità per fornire false testimonianze al fine di screditare un collaboratore di giustizia. In un’occasione, sfruttando la propria appartenenza al sodalizio, avrebbe costretto una persona a cedergli beni di valore per un totale di circa 20mila euro. Tra gli arrestati c’è anche un detenuto, già condannato definitivamente per aver fatto parte della ‘ndrangheta piemontese. Quest’ultimo, oltre a partecipare a incontri tra membri del gruppo e a essere coinvolto in episodi estorsivi, avrebbe fornito supporto economico e logistico al latitante Pasquale Bonavota, ritenuto un elemento di spicco dell’omonima cosca di Vibo Valentia.
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