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Cronaca

Crollo del ponte di Fossano, quattro condannati per disastro colposo

La sentenza emessa questa mattina dal giudice Giovanni Mocci nel Tribunale di Cuneo

Elena Prato

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FOSSANO – Il 17 aprile 2017, il ponte di Fossano crollò a causa di un disastro colposo. Questa è stata la conclusione a cui è giunto il giudice Giovanni Mocci, che questa mattina, nel Tribunale di Cuneo, ha emesso la sentenza: quattro condanne e otto assoluzioni complete. La Provincia di Cuneo, costituitasi parte civile, riceverà un risarcimento provvisionale di 500.000 euro, immediatamente esecutivo. Quanto alla richiesta di risarcimento per il Ministero delle Infrastrutture e per l’Anas, il giudice ha stabilito che dovrà essere definito in sede civile.

 

L’inchiesta, durata quasi quattro anni, è stata caratterizzata da tre avvicendamenti di giudici prima di giungere a una decisione definitiva, almeno in primo grado. A processo sono stati chiamati i tecnici Anas A.A. e M.S., il geometra R.R. e l’ingegnere M.A.F. della Franco&C Spa, il geometra e direttore del cantiere M.C. e il capocantiere M.T. delle Imprese Grassetto, tutti accusati di disastro colposo. Inoltre, tre tecnici Anas (il geometra V.P., il capocantiere B.C. e il capo sorvegliante D.C.C.) sono stati accusati di non aver segnalato e registrato nelle schede le tracce di infiorescenze, macchie e colature, in violazione di una circolare ministeriale del 1991. Infine, per i lavori eseguiti sulla circonvallazione nel 2006, quando fu rimosso il manto stradale, sono stati imputati l’ingegnere Anas G.A. e i due responsabili della ditta appaltante Pel.Car, M.G. e M.R.V.

 

Il giudice ha condannato il geometra e direttore del cantiere M.C., il capo cantiere M.T. delle imprese Grassetto, il tecnico Anas A.A. e il geometra R.R. a una pena sospesa di un anno e quattro mesi, mentre ha assolto tutti gli altri imputati per non sussistenza del fatto. Durante la requisitoria, la Procura aveva chiesto l’assoluzione per M.A.F. (ingegnere della Franco Spa), M.G. (amministratore della Pel.Car), V.P., B.C. e D.C.C. (tutti tecnici Anas): per i primi due per mancanza di prove sufficienti e per gli altri tre perché non avevano commesso il fatto.

 

Invece, sette sono state le richieste di condanna: due anni di reclusione con pena sospesa per M.C. e M.T., rispettivamente geometra e direttore di cantiere e capocantiere per le Imprese Grassetto (azienda responsabile della fornitura dei conci), per A.A., ingegnere e direttore dei lavori Anas, e per M.S., geometra collaboratore. Un anno e sei mesi di reclusione sono stati richiesti per il geometra R.R. della Franco&Spa (azienda incaricata della costruzione dei prefabbricati in cemento armato), e infine un anno e due mesi per M.R.V. e G.A., responsabili della ditta appaltante Pel.Car, che si occupò della manutenzione.

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