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Cultura

La curiosa storia del Musinè, il monte magico e alieno alle porte di Torino

Streghe, fuochi fatui, Costantino, Erode, incendi e perfino Absu Ismaily Swandy, un alieno di 256 anni

Gabriele Farina

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TORINO – A una dozzina di chilometri da Torino, all’imbocco della Valsusa, sorge il Monte Musinè. Alto 1150 metri, riconoscibile per una croce alta 15 metri che si trova in vetta, il Musinè cela storie e leggende che gli hanno attribuito la nomea di monte magico. Tra le tante leggende spicca quella che lo vorrebbe come area di sosta preferita per gli alieni quando decidono di venire a fare una visitina sulla Terra.

Magia e stregoneria

Il Musinè porta con sè la fama di sito esoterico, in cui si verificano strani eventi paranormali. Molto frequenti sarebbero i fuochi fatui, mentre in alcuni rigagnoli sul monte l’acqua scorrerebbe in senso contrario, contrastando la forza di gravità. Inoltre il monte sarebbe il luogo preferito dalle masche per la raccolta di erbe magiche e ancora il punto catalizzatore radiante spirituale delle misteriose rotte o linee ortogoniche, tanto che sul pilastrino di vetta della montagna è stata apposta una placca anonima con l’iscrizione: “Qui è l’Una Antenna dei Sette Punti Elettrodinamici, che dal proprio nucleo incandescente vivo la Terra tutta respira emette vita. Qui operano le Astrali Entità che furono: Hatshepsut, Echnaton, Gesù il Cristo, Abramo, Confucio, Maometto, Buddha, Gandhi, Martin Luther King, Francesco d’Assisi, e anche Tu, se vuoi, alla fratellanza costruttiva tra tutti i Popoli. Pensaci intensamente, 3 minuti: Pensiero è Costruzione”.

Musinè base aliena

Le leggende più interessanti che riguardano il Musinè sono però legate alla presenza di alieni. Tanti sarebbero gli avvistamenti di Ufo nei pressi della montagna. Il più famoso è del 1978, quando diversi articoli di giornale si susseguirono per giorni. Tutto partì da un’escursione di due giovani che videro una intensa luce. Uno dei due si avvicnò alla fonte luminosa scomparve. Il suo amico, grazie all’aiuto di altri escursionisti che si trovavano in zona, iniziò le ricerche e quando lo ritrovarono era in stato di shock e dichiarò di essere stato rapito e sollevato da alcuni esseri scesi da un veicolo volante di forma oblunga.

E ancora nel 1996 un oggetto luminoso venne osservato per oltre un quarto d’ora da due escursionisti mentre scendevano dal monte. Secondo il racconto dei due testimoni, l’oggetto aveva una forma simile a un cilindro dai riflessi giallo-verdi con le estremità arrotondate e sembrava sostenersi, oscillando leggermente, su un cuscino di luce bianco-gialla. Alle estremità dell’oggetto c’erano due grosse calotte trasparenti attraverso le quali si intravedevano muoversi delle sagome apparentemente umanoidi.

Absu Ismaily Swandy

Ma non è finita qui, perchè ci sarebbe un alieno, dal curioso nome di Absu Ismaily Swandy, che periodicamente verrebbe a far visita sulla Terra parcheggiando la sua astronave proprio sul Musinè. Nel 1973 compare in Piemonte una misteriosa associazione ufologica: il Sidereal Intercontacts Centre (SIC). Sono loro ad annunciare l’arrivo sulla terra di Absu Ismaily Swandy, un alieno di 256 anni che risiede su un disco volante e tiene periodiche conferenze a San Giusto Canavese. Del simpatico Absu compare anche una fotografia che finisce ovviamente su tutti i giornali.

Nel novembre di quell’anno una circolare del SIC annuncia una “grandiosa manifestazione sul Musinè, presso Torino.” Alle 18.05 di venerdì 30 novembre un oggetto luminoso non identificato viene rilevato dalla torre di controllo dell’Aeroporto di Caselle e dai radar, seguito nei giorni successivi da una foltissima presenza di UFO, tanto che la notte del 4 dicembre si alzano dei caccia per intercettarli. In quei giorni sul Musinè comparvero numerosi incendi. Trovate qui tutta la vicenda ricostruita da Mariano Tomatis.
Absu Ismaily Swandy aveva un’altra caratteristica: gli piaceva girare per le strade di Torino con una misteriosa auto nera di grossa cilindrata.

Erode e Costantino

Altre due leggende meritano di essere segnalate. La prima riguarda Costantino. Pare infatti che proprio il Musinè sia il monte su cui all’imperatore apparve la scritta “In hoc signo vinces” impressa in fuoco, scritta che lo convinse a convertirsi al Cristianesimo e gli permise di sconfiggere Massenzion nella battaglia di Torino.
Sempre il Musinè, narra la leggenda, sarebbe il monte in cui venne mandato in esilio Erode, per espiare la sua colpa nella Strage degli innocenti.

La spiegazione

Una delle spiegazioni più logiche del perchè tante leggende abbiano trovato casa sul Musinè è la presenza di giacimenti di magnesite, tanto che dal 1875 alla seconda Guerra Mondiale, l’estrazione di quel minerale è stata l’attività principale di Caseltte. Insieme all magnesite nel Musinè ci sono però anche grandi quantità di magnetite ed è questo il motivo per cui può capitare che bussole e strumentazioni in alcune zone del monte possano non funzionare. capite bene che questa caratteristica, sommata a quella dei frequenti incendi che scoppiano sulla montagna possa aver dato spazio a leggende davvero notevoli.

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