Seguici su

Salute

8.000 persone in Piemonte soffrono di colite ulcerosa: nuovo farmaco che agisce sui sintomi

L’urgenza intestinale ed eventuali incidenti a essa correlati rappresentano le ragioni principali per cui le persone con colite ulcerosa evitano di avere vita sociale

Avatar

Pubblicato

il

PIEMONTE – Un nuovo farmaco, capace di colpire in maniera selettiva uno dei meccanismi che sostiene l’infiammazione dell’intestino nella colite ulcerosa. A sperimentarlo è stata anche l’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino e ora finalmente è disponibile per tutti i pazienti.

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti approvato la rimborsabilità del primo antagonista dell’interleuchina-23p19 (IL-23p19) – mirikizumab – per il trattamento della colite ulcerosa (CU) attiva da moderata a grave nei pazienti adulti. Mirikizumab è l’unico farmaco attualmente rimborsato in Italia per la CU a colpire selettivamente la subunità p19 di IL-23, che svolge un ruolo cruciale nell’infiammazione correlata alla CU. Un meccanismo di azione che permette di offrire sollievo da sintomi chiave quali frequenza evacuativa, sanguinamento rettale e urgenza intestinale, indipendentemente dall’uso precedente di farmaci biologici.

La CU è una condizione infiammatoria che in Italia si stima colpisca ca 150.000 persone, con oltre 4000 nuove diagnosi all’anno 2 , prevalentemente in persone giovani. Fa parte delle malattie croniche intestinali, patologie che hanno un forte impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre, e che colpisce in media in giovane età. “In Piemonte – sottolinea Marco Daperno, Dirigente medico SC di Gastroenterologia, Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino – vivono circa 15.000 persone con Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali e si stima siano circa 8.000 le persone con colite ulcerosa . Si tratta di un dato piuttosto stabile negli ultimi anni che sicuramente sottostima un po’ la prevalenza della patologia ed è comunque superiore alla media nazionale”.

“Durante la sperimentazione del farmaco abbiamo constatato l’efficacia e la sicurezza, dimostrate dagli studi clinici. Mirikizumab – continua Daperno – ha un ottimo profilo di sicurezza ed è un’eccellente nuova opzione terapeutica per le persone che vivono con colite ulcerosa, poiché apporta benefici e vantaggi che la rendono unica nel suo genere, a partire dall’efficacia su sintomi invalidanti, come l’urgenza intestinale”.

Mirikizumab risponde a questa esigenza con un nuovo meccanismo d’azione in CU, che colpisce una delle vie con cui l’infiammazione si sostiene nella malattia. Il programma di studi clinici LUCENT 3 , su cui si è basata l’approvazione del farmaco, dimostra l’efficacia di mirikizumab: dopo 12 settimane di trattamento, quasi due terzi (63,5%) dei pazienti hanno raggiunto la risposta clinica e quasi un quarto (24,2%) ha raggiunto la remissione clinica (42,2% e 13,3%, rispettivamente con placebo). Un’efficacia che si è dimostrata superiore a placebo anche nei pazienti precedentemente trattati con un inibitore biologico o di Janus chinasi (JAKi) e che porta a una riduzione delle terapie con steroidi: tra coloro che hanno raggiunto la risposta clinica a 12 settimane, la metà ha raggiunto la remissione clinica senza uso di steroidi a un anno (27% con placebo). Quasi tutti i pazienti 3 (97,8%) che hanno raggiunto la remissione clinica a un anno non facevano più uso di steroidi. L’azione di mirikizumab è sostenuta nel tempo: tra coloro che hanno raggiunto la remissione clinica a 12 settimane, circa due terzi (63,6%) dei pazienti hanno mantenuto la remissione clinica attraverso un anno di trattamento continuo (36,9% con placebo).

“Mirikizumab – continua Daperno – è efficace nella remissione libera da steroidi a un anno ed è in grado di determinare un rapido miglioramento dei sintomi, come il sanguinamento rettale e la frequenza evacuativa, già dopo tre settimane. Si tratta di un farmaco che consente un rapido ritorno a una qualità di vita adeguata che spesso i pazienti tendono a dimenticare, recuperando una piena integrazione in famiglia e sul lavoro. In particolare, gli studi che hanno portato alla registrazione del farmaco sono stati i primi e gli unici a utilizzare una scala di valutazione dell’urgenza intestinale (NRS) incentrata sul paziente, registrando un netto miglioramento del sintomo urgenza soprattutto in coloro che rispondono meglio alla terapia di induzione.

“Inoltre, è un’innovazione competitiva unica per economicità, in termini di efficientamento e sostenibilità del SSN. Sarebbe auspicabile – conclude Daperno – che, proprio alla luce di queste caratteristiche, i pazienti piemontesi potessero avere un rapido accesso a questa opzione terapeutica senza dover rimandare di mesi o di semestri, come capitato in passato per altri farmaci. Oggi, però, la macchina è meglio rodata, quindi sono fiducioso che sia possibile accedere in tempi rapidi e con maggiore uniformità tra le regioni”.

Per le persone che vivono con CU i sintomi che hanno un maggior impatto sono la diarrea, l’urgenza intestinale e gli incidenti correlati all’urgenza intestinale. L’urgenza intestinale ed eventuali incidenti a essa correlati rappresentano le ragioni principali per cui le persone evitano di avere vita sociale.

Foto di  Marco Verch CC BY 2.0

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

adv

Dalla home

adv

Facebook

adv