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Cronaca

“Cervinia”, due privati registrano il marchio e diffidano il Comune: una controversia che divide la comunità

Il toponimo diventa marchio privato: due cittadini di La Thuile acquisiscono i diritti su “Breuil-Cervinia” e “Cervinia” e chiedono al Comune di Valtournenche di non utilizzarli senza consenso

Caterina Malanetto

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VALTOURNENCHE, AOSTA – La vicenda legata al nome di Cervinia si arricchisce di un nuovo capitolo, che ha sollevato polemiche e interrogativi sul futuro del celebre comune montano valdostano. Dopo le discussioni sul cambio del nome, che a partire dalla primavera del 2023 aveva visto il Consiglio comunale di Valtournenche approvare la sostituzione di “Breuil-Cervinia” con il solo “Le Breuil“, due cittadini hanno colto l’occasione per proteggere un marchio che ritengono emblematico per la località. Claudio Salto, commerciante, e Mauro Collomb, maestro di sci e guida alpina, hanno infatti registrato i marchi “Cervinia” e “Breuil-Cervinia”, ottenendone l’esclusiva a livello legale.

La decisione dei due valdostani, residenti a La Thuile, ha scatenato una reazione immediata. Nei giorni scorsi, attraverso il loro legale Paolo Lodi Pizzochero, Salto e Collomb hanno inviato una diffida al Comune di Valtournenche, chiedendo che le denominazioni “Breuil-Cervinia” e “Cervinia” non vengano più utilizzate in modo libero e disinvolto dall’amministrazione comunale. «I marchi appartengono ora ai miei clienti», ha dichiarato l’avvocato, precisando che l’uso del toponimo dovrà avvenire nel rispetto della legge.

Il caso del cambio di nome e la registrazione del marchio

La registrazione del marchio da parte dei due privati è avvenuta a seguito della controversa decisione del Consiglio comunale, che nel dicembre 2023 aveva provocato malumori tra residenti e turisti, abituati al nome storico “Breuil-Cervinia”. Salto e Collomb hanno agito rapidamente, chiedendo il riconoscimento del marchio pochi giorni dopo l’annuncio del cambio del nome. Sei mesi più tardi, nel giugno 2024, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi ha ufficialmente conferito loro i diritti per dieci anni, rinnovabili.

Le categorie per le quali i marchi sono stati registrati includono una vasta gamma di attività, come pubblicità, organizzazione di eventi culturali e sportivi, promozione turistica e servizi alberghieri. La scelta è stata motivata non solo dal valore simbolico del nome, ma anche dalle sue potenzialità economiche e turistiche.

Un’offerta al Comune, ma nessuna risposta

Nonostante l’iniziale diffida, Salto e Collomb hanno affermato di non voler creare ostacoli al Comune o ai commercianti locali. Al contrario, hanno dichiarato di essere disposti a offrire l’uso gratuito del marchio all’amministrazione e ai piccoli imprenditori di Valtournenche.

Il marchio, tuttavia, avrà un valore economico nelle iniziative di rilievo. Eventi come gare internazionali di sci o concerti di grande portata, secondo i due proprietari del marchio, dovranno essere remunerati per l’utilizzo del nome “Cervinia”. In altri contesti, potrebbe essere concesso gratuitamente, a discrezione dei titolari.

Una comunità divisa e il futuro di Cervinia

La controversia ha diviso la comunità. Alcuni residenti vedono la registrazione del marchio come un’opportunità per promuovere Cervinia in maniera più efficace, soprattutto in ambito turistico. Altri, invece, temono che questo possa limitare la libertà del Comune di gestire il proprio nome e la propria immagine. Le tensioni legate al cambio del toponimo, infatti, sono ancora vive e la questione non si è ancora del tutto risolta.

Ora resta da vedere come il Comune di Valtournenche risponderà alla diffida e quale sarà il futuro dei marchi. Ciò che è certo è che il nome “Cervinia”, così strettamente legato al turismo montano e allo sci, continua a suscitare passioni e a rappresentare un valore non solo affettivo, ma anche economico.

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