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Lavoro

A Roma la presentazione della Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla strage di Brandizzo

Il Presidente Sergio Mattarella: «Le morti e gli incidenti sul lavoro sono una intollerabile offesa per la coscienza collettiva»

Elena Prato

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ROMA – A pochi giorni dal primo anniversario della strage ferroviaria di Brandizzo, in cui hanno perso la vita cinque operai edili, commemorata con la “Settimana del Lavoro Sicuro”, è stata presentata questa mattina a Roma, nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, la Relazione sull’attività svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, a fronte del tragico incidente ferroviario del 30 agosto 2023.

 

Dopo i saluti del presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, la presidente della Commissione, on. Chiara Gribaudo, ha presentato la Relazione, cui ha fatto seguito una tavola rotonda su “Nuove tecnologie e organizzazione del lavoro nella manutenzione ferroviaria: opportunità e limiti”, moderata dal giornalista Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro. Sono previsti gli interventi dell’ingegner Fabio Rosito, dell’avvocata Chiara Ciccia Romito, del professor Michele Squeglia, docente associato di diritto del lavoro all’Università degli Studi di Milano, e dell’avvocato Stefano Margiotta. L’iniziativa, cominciata questa mattina alle ore 11:00, terminerà poi con un intervento in rappresentanza dei familiari delle cinque vittime della strage di Brandizzo.

 

Come riportato da ANSA, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un importante messaggio in occasione della presentazione di questa mattina:

«Le morti e gli incidenti sul lavoro sono una intollerabile offesa per la coscienza collettiva. La sicurezza nel lavoro è condizione necessaria per rendere effettivo il diritto fondamentale e inalienabile alla salute, tutelato dalla Costituzione, che non può trovare limiti nella mancanza o nella inadeguatezza di misure idonee a rendere il lavoro e i luoghi ove si svolge sani e privi di pericoli. Non sarà mai sufficiente l’impegno a questo scopo delle istituzioni e delle parti sociali. Svolgere un’attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società non può e non deve implicare rischi per l’integrità degli individui».

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