Interviste
“Da grande sognavo di essere una rock star”. L’intervista a Simo Veludo il cantautore torinese di dediche telefoniche
Da operatore call center, alla vittoria del Festival di Castrocaro su Rai 2, a ‘Ti dedico una canzone’ sui social
TORINO – Torino, classe 1995. Simone Veludo, in arte Simo Veludo è un cantautore ed autore di musica pop, con influenze urban ed elettroniche.
Un po’ di Simone…
Timido, ambizioso, sognatore e diretto.
Dopo aver militato in diverse band del territorio torinese, Simone inizia il suo percorso artistico da solista suonando per strada e facendo busking con la sua chitarra. L’esperienza da busker sarà così formativa per lui, da farlo crescere talmente tanto da arrivare in televisione, in prima serata su Rai Due e a vincere il Festival di Castrocaro 2021 con un inedito interamente scritto e cantato da lui, dal titolo ‘Mutande’.
Ha calcato alcuni dei palchi più grandi d’Italia, tra cui il Deejay on Stage di Riccione (2021 e 2023), l’RDS Summer Festival (2023) nella tappa di Sanremo, dove si è esibito davanti a 6500 persone.
Oggi, Simone non smette di ricevere premi e riconoscimenti in giro per l’Italia. L’ultimo premio ricevuto ad aprile 2024: una borsa di studio consegnatagli da Diego Calvetti in persona durante la Be.go. Music Academy di Castelfiorentino (FI), accademia per cantautori ed autori provenienti da tutta Italia.
“Mi definisco un ragazzo sensibile e tanto innamorato della musica. Ringrazio mia mamma, per avermi fatto scoprire questo mondo. Lei mi accompagnava all’asilo e poi, negli anni successivi a scuola in macchina, facendomi sempre ascoltare i ‘grandi’ della musica italiana. Laura Pausini per esempio, era la mia musa! Quanto mi emozionavo con la sua voce. Adesso invece, le stesse emozioni me le trasmette anche James Blunt. Quando avevo scoperto Mtv e gli Oasis, sognavo di essere una rock star” – Ci racconta Simone.
Di cosa parlano i tuoi brani?
“I miei brani parlano spesso di vita personale, di amore e di punti di vista. Ma parlano anche di valori e di originalità. Amo scrivere per me e per artisti emergenti. Punto molto su di loro!”
L’esperienza musicale più bella?
“Senza alcun dubbio vincere il festival di Castrocaro nel 2021. Ero riuscito ad arrivare tra gli otto finalisti, poi ho fatto la mia finale e non riuscivo a credere che dopo tanta gavetta ero riuscito finalmente ad arrivare in tv. Per me era già un traguardo, era già una vittoria. Ero così incredulo, anche perché a differenza degli altri artisti, io ero da solo, senza un manager, un team o degli autori, senza un’etichetta che mi rappresentasse, ero solo io, con la mia chitarra e la mia ragazza”
Ancora adesso gli brillano gli occhi.
Simone, Tra le tue ispirazioni più grandi invece, trovano spazio i Beatles, Michael Jackson, Lucio Battisti, Ed Sheeran, Bruno Mars, Thasup e Frah Quintale.
Il tuo sogno nel cassetto?
“Cito un pezzo di un mio brano, una frase famosa rivisitata da me: ‘Punterò alla luna e se va male, cado su di una stella’. Perciò, al momento sono molto ambizioso. Sogno di fare musica in grande e di collaborare un giorno, con Cesare Cremonini o Calcutta… Sogno di vedere dal palco tante persone che cantano i miei pezzi.”
Hai aperto i concerti a tantissimi big italiani, tra cui Sangiovanni, Madame, Boro Boro, Aka7even, Paola e Chiara, Rocco Hunt, Fasma, Gianmaria, Il Tre e tanti altri… Com’è andata?
“Sono state tutte delle bellissime esperienze. Io poi, sono davvero tanto timido e quando ripenso al mio percorso fatto, quasi mi meraviglio di come io possa aver fatto determinate cose”
Ma arriviamo ad oggi, tu canti al telefono! Nei video su Instagram e TikTok ti vediamo chiamare sconosciuti e cantargli una canzone…
“Al mio fianco dal 2016 c’è Federica, la mia fidanzata. Sono molto fortunato perché con me Federica ha imparato a vivere di musica e poi, lei è sempre al mio fianco, è con me ad ogni mio concerto, ad ogni mia stesura di una canzone, mi dà consigli, approva ogni mia pubblicazione social… Posso dire che è la mia manager ma che in verità non è una manager? A parte gli scherzi, lei è la mia forza!”
Federica, come vi siete conosciuti tu e Simone?
“Ci siamo conosciuti lavorando in un call center, quindi il telefono in qualche modo ha sempre fatto parte di noi. Quando dovevamo trovare un modo per pubblicizzare il suo nuovo pezzo le abbiamo pensate tutte: dal classico bigliettino a pergamena o al qr code lasciato in giro per le città, ai classici video pubblicitari sui social con la scritta ‘Fuori ora’, ma era tutto troppo banale e scontato. Abbiamo cominciato a chiamare sconosciuti e a far sentire il suo nuovo pezzo cantato al telefono ma si è rilevato un flop totale, perché o staccavano la chiamata o addirittura rispondevano male. In questo modo sono cominciate le dediche telefoniche. La prima chiamata come ‘prova’ è stata con mia nonna, poi con parenti, vicini, amici e quando abbiamo costatato che la cosa cominciava a piacere abbiamo tentato con qualche sconosciuto e che dire, ora abbiamo le chat intasate di papà, fidanzati, mariti, amici che ci chiedono da ogni dove e soprattutto ogni giorno, di chiamare un loro caro e di potergli dedicare una canzone cantata da Simo Veludo al telefono.”
Avete mai ricevuto cattive risposte al telefono?
“Allora, con il discorso della ‘persona che al telefono ti dedica una canzone’, la gente ascolta un po’ di più e ovviamente poi diventa curiosa. Quindi per fortuna no!”
Progetti futuri?
“Troppi?! Al momento, ovviamente far uscire in primis altri inediti e poi ingrandire sempre di più il nostro progetto sui social”.
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