Piemonte
Blue Tongue, gli agricoltori: servono vaccini dalla Regione Piemonte, per ora i costi sono sulle spalle degli allevatori
Cia Piemonte dopo il tavolo verde con la Regione: “un piano vaccinale contro la Blue Tongue, V8, e di un programma di protezione per le importazioni di capi da allevamento”
TORINO – Vaccini contro la Blue Tongue e un piano di controllo per gli animali che provengono da fuori Piemonte: queste le richieste della Confederazione italiana agricoltori (Cia) del Piemonte dopo un incontro con i vertici della Regione Piemonte. Nel palazzo regionale infatti era stata convocato il Tavolo Verde contro i focolai di questa malattia.
Che cos’è la Blue Tongue?
In breve, la Blue Tongue “è una malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti, trasmessa da insetti vettori ematofagi (culicoidi) causata da un RNA virus della famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, del quale si conoscono 27 diversi sierotipi”. In pratica si trasmette da un animale all’altro tramite le punture di insetti che vengono a contatto con il sangue del capo di bestiame infetto, infettandosi a loro volta. Il ministero della Salute dice che “non esiste alcuna terapia in grado di eliminare il virus e far guarire gli animali malati. La sola terapia applicabile è di tipo sintomatico”.
Le richieste di Cia Piemonte
“Chiediamo alla Regione Piemonte di farsi carico di un piano vaccinale contro la Blue Tongue, V8, e di un programma di protezione per le importazioni di capi da allevamento o da macello da altre Regioni italiane o Stati europei. – si legge in una nota stampa di Cia – Al momento, le somministrazioni agli animali sono totalmente a carico degli allevatori e le dosi di vaccino risultano di difficile reperimento, così come i prodotti per i trattamenti repellenti, per cui i costi hanno raggiunto livelli insostenibili dalle aziende agricole”.
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