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Crisi del sovraffollamento carcerario, 57 detenute a Torino scrivono una lettera al Presidente Sergio Mattarella

Dopo lo sciopero della fame iniziato giovedì 5 settembre, arriva una lettera per richiamare l’attenzione pubblica sulla grave situazione delle carceri italiane

Elena Prato

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Carcere

TORINO – Cinquantasette detenute presso il carcere Lorusso e Cutugno di Torino, che da due giorni hanno avviato uno sciopero della fame a staffetta e a oltranza, hanno scritto e firmato con nome e cognome una lettera in cui si rivolgono a parlamentari, ministri e al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

Come riportato da Repubblica Torino, le donne hanno deciso di intraprendere lo sciopero e di scrivere questa lettera dopo un’estate che hanno definito «rovente non solo per il clima», ma anche e soprattutto per i numerosi episodi di violenza e di suicidi che si sono verificati in questi ultimi mesi: «in queste strutture fatiscenti e insalubri», infatti, «si fa fatica a gestire un’esistenza».

 

Il carcere di Torino è sovraffollato, non c’è più spazio per nessuno. Ecco perché, tramite l’azione pacifica dello sciopero della fame e con l’aiuto di questa lettera scritta a mano, le detenute sperano di richiamare l’attenzione pubblica su questo grave problema umanitario, che interessa non solo il carcere torinese, ma gran parte delle carceri italiane.

 

Al termine della lettera, vi è l’appello rivolto direttamente al Presidente Sergio Mattarella, riportato da Repubblica: «Convinca coloro che, insediandosi al Governo, hanno giurato proprio sulla Costituzione a ridurre il numero dei reclusi, rispondendo con soluzioni logiche e umane». E, infine, le 57 firme delle donne, che non perdono le speranze per un intervento concreto e immediato da parte dei politici.

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