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Economia

Terzo Valico: il problema dei materiali blocca i lavori

Migliaia di blocchi di cemento armato inutilizzabili devono essere demoliti, mentre le rocce friabili fermano l’uso delle talpe. A rischio i fondi PNRR destinati al progetto

Caterina Malanetto

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PIEMONTE – Il progetto del Terzo Valico, che attraversa Piemonte e Liguria, affronta ora un nuovo problema relativo ai materiali. Migliaia di blocchi di cemento armato, acquistati tramite un appalto da 30 milioni di euro per costruire i 27 chilometri di galleria sotto l’Appennino, risultano ora inutilizzabili e devono essere smaltiti.

La causa di questo imprevisto è legata alla difficoltà incontrata con le rocce nello scavo a sud. Le talpe (i grandi macchinari destinati a posare direttamente i conci per la volta della galleria) sono state ferme dal 2022 a causa delle rocce troppo friabili. Di conseguenza, lo scavo tra Arquata Scrivia e Voltaggio è stato interrotto e i lavori procedono ora con metodi tradizionali come colpi di martello e gettate di cemento. I blocchi di cemento inutilizzati vengono stoccati in aree dismesse e successivamente inviati a Rocca Grimalda e Castellazzo Bormida per essere polverizzati, nel tentativo di limitare il danno economico.

Il progetto, che ha un costo superiore ai 7 miliardi di euro per 53 chilometri di galleria, sta affrontando numerose difficoltà, inclusa la presenza di amianto e gas. Se i problemi non verranno risolti entro il 2026, data limite per completare i lavori, esiste il rischio di perdere i fondi PNRR assegnati all’opera.

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