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Cronaca

Omicidio sotto il ponteggio a Torino: il 16enne confessa, “È stato tutto casuale, non volevo uccidere”

Il giovane, in vacanza a Torino, nega legami con la droga e vendette; c’è un secondo indagato

Caterina Malanetto

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TORINO – Nel pomeriggio di venerdì 30 agosto 2024, durante l’interrogatorio di garanzia, il 16enne arrestato per l’omicidio di Hamza Moutik ha dichiarato di aver agito per paura e senza intenzioni omicide. Il ragazzo, residente in provincia di Modena ma in visita alla madre a Torino, ha spiegato che la morte di Moutik, avvenuta il 25 agosto 2024 all’ospedale Giovanni Bosco a seguito di una coltellata al cuore, è stata una tragica casualità.

Il giovane ha raccontato ai magistrati, Vitina Pinto e Alessandro Aghemo, che non voleva uccidere Moutik, 26enne e noto spacciatore della zona. Secondo il suo racconto, l’azione violenta è stata una reazione impulsiva dovuta alla paura di essere aggredito. Il ragazzo ha precisato che il coltello usato non era suo, ma di un altro giovane coinvolto nella vicenda.

Il 16enne, che inizialmente era fuggito a Marrakech per paura, è stato arrestato all’aeroporto di Malpensa il 28 agosto. Difeso dall’avvocato Enrico Scolari, il giovane esclude qualsiasi collegamento con il traffico di droga, una vendetta personale o una premeditazione. Ha anche rivelato che due giorni prima dell’incidente, Moutik aveva tentato un approccio sessuale verso di lui, ma ha affermato che questo episodio non ha influito sulla sua reazione.

L’omicidio è avvenuto in una situazione di alta tensione, con diverse persone coinvolte e schieramenti opposti. Alcuni ragazzi avevano offeso Moutik, mentre altri lo avevano sostenuto. L’indagine continua per chiarire le responsabilità e determinare il ruolo del secondo giovane, un 19enne attualmente indagato per concorso in omicidio ma attualmente irreperibile, difeso dall’avvocato Felice Cellino.

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