Cultura
A Torino, la storia della fontana di via XX Settembre
Il Municipio decide di installare la fontana nello slargo fra via Santa Teresa e via XX Settembre, perché in quel luogo vi era una fontana “miserella”
TORINO – La posizione non era ottimale ma la Fontana del Candelabro o fontana Genta, dal nome del suo ideatore, fu eretta a richiesta dei cittadini che da tempo protestavano con le autorità per la mancata sostituzione di una fontanella di piazzetta Santa Teresa e che quindi non avevano un’altra fonte d’acqua in quella zona.
Il Municipio bandì un concorso, al quale parteciparono ben 95 progetti. Dopo una prima scrematura, fra i 3 rimasti venne scelto proprio quello di Alfieri Genta che costò ben 4250 lire delle 5000 stanziate per il progetto e a cui l’artista si apprestò a metter mano in una bottega del Borgo Medioevale.
Alta poco più di 3 metri, la vasca in granito a forma di rosa con ornamenti in ferro battuto. L’acqua zampilla da 8 getti principali più altri 12 minori, ed escono da teste di piccoli delfini. I 4 superiori sono stretti fra di loro da un anello circolare. Porta sulla sommità la corona turrita dello stemma di Torino ed un fascio di fiori lacustri. In realtà doveva avere delfini, conchiglie, puttini ed una lampada elettrica e fontanelle luminose.
Il Municipio decide di installare la fontana nello slargo fra via Santa Teresa e via XX Settembre, perché in quel luogo vi era una fontana “miserella”.
Tutto questo succedeva nel 1897, ma dalla decisione all’esecuzione passarono ancora degli anni, tra l’ironia del pubblico e dei giornali satirici, poiché i lavori per la fontana furono intrapresi nel 1905, anni in cui si scriveva: “A noi l’han data a bere per tanti anni. Speriamo che riescano a berla veramente i nostri nipoti”.
Con l’installazione della fontanella le critiche non cessarono, anzi!
Lo stesso anno, usciva sulla Stampa che la fontana sarebbe stata pregevole dal lato artistico, ma niente affatto pratica poiché le persone che vi si accostavano si ritrovavano le gambe bagnate dai getti inferiori, che spruzzavano l’area attorno alla fontana e che d’inverno sarebbe gelata causando incidenti. Inoltre, altri lamentavano anche il fatto che la fontana serviva solo alle bande di ragazzini che tappavano alcuni getti per spruzzare i malcapitati passanti.
A decretarne però la fine fu proprio la posizione infelice ed in particolare i tram: piazzata li, in mezzo alla strada, in un incrocio molto frequentato, ne ostacolava il passaggio. Le due vie interessate dall’incrocio erano ancora a doppio senso – diventeranno a senso unico dopo il ‘51 – e per svoltare i tram dovevano compiere una curva piuttosto stretta, che le più vecchie vetture a 2 assi potevano affrontare senza problemi, invece man mano che subentrarono vetture più lunghe o a carrelli, cominciarono ad arrivare le difficoltà.
Venne quindi decisa la rimozione della fontana che avvenne nel 1936, anche approfittando dei gran lavori che si stavano facendo in via Roma.
Scomparve quindi dalla via e si pensò allora di collocarla in un ambiente qualificato come piazza Maria Teresa ma solo come fioriera.
Il compito passò al successore, Gianni Vernetti, ma poi non se ne fece più nulla: chi la voleva in piazza Castello ricostruendo le parti mancanti, chi diceva che in piazza Castello non andava bene, e del resto non era poi neanche quel capolavoro che si credeva.
Si cominciò a dire che non era poi tutto “sto bel manufatto”. Poi, tutto tacque di nuovo e della fontana sparirono nuovamente le tracce, ma si cominciò a vociferare di una fantomatica Villa della collina torinese dove pare che faccia bella mostra di sé.
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