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Mauro Pagani con “Crêuza de Mä” chiude il MonfortinJazz: 2024
È la location ideale quella del Teatro di Monforte d’Alba, per viaggiare sulle ali dei ricordi e della nostalgia
Chiusura sull’onda della nostalgia per MonfortinJazz 2024 che porta sul palco del suo celebre teatro Horszowski, Mauro Pagani, pietra miliare della musica italiana, dagli anni Settanta a oggi.
Un artista la cui storia si snoda tra “creuze”, esperienze e celebri collaborazioni. Tra le più importanti quella con Fabrizio De André con cui scrisse e realizzò appunto “Crêuza de Mä”, un capolavoro che si perde nei meandri del tempo.
È la location ideale quella del Teatro di Monforte d’Alba, per viaggiare sulle ali dei ricordi e della nostalgia, attraverso le perle di “Crêuza”, eseguite da Mauro e dai suoi compagni di viaggio con grande emozione e trasporto. Ad inizio concerto, rotto il ghiaccio, ringrazia i tanti amici che sono lì ad ascoltarlo e forse quello di cui si sente di più la mancanza è proprio Fabrizio (De Andrè).
Seduto in mezzo ai suoi musicisti canta con voce ferma, qualche volta rotta dall’emozione. È come il capitano di un vascello che porta il suo equipaggio in un porto sicuro, in modo che possano tornare alle loro case.
Due ore di grande, grandissima emozione, con i classici in genovese, da “Sinàn Capudàn Pascià” ad “Â pittima”, fino a “Sidùn”, triste riflessione sull’attualità della guerra. Arriva anche “Jamin-a”, come ci ricorda Mauro stesso, forse il pezzo più carico di pathos e sensualità. Sul finire il brano omonimo, che tutto il pubblico canta in coro. Ma in mezzo c’è molto altro, diversi omaggi a Fabrizio come l’immancabile “Don Raffaè” e la “La domenica delle salme”, un vero pugno allo stomaco. Poche parole per introdurre i brani, tra cui citiamo anche la suggestiva ballata “Domani”, un suo pezzo inciso con il supergruppo Artisti Uniti per l’Abruzzo.
Chiusura da brividi sulle note immortali di “Impressioni di settembre”, ricordo del suo periodo anni Settanta con la Pfm e subito dopo “Forever Young” eterno brano di Dylan, perché in fondo, vogliamo rimanere per sempre giovani.
Un ringraziamento all’organizzazione tutta del MonfortinJazz, che quest’anno realizza praticamente tutti eventi sold-out, con un tabellone vario e coraggioso, come spesso ci ha abituato a fare. Siamo certi che la prossima edizione non sarà da meno.
Foto e report Paolo Pavan/QP.
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