Ambiente
Le acque del Piemonte sono piene di pesticidi agricoli e alcuni superano anche i limiti di legge
Glifosato, metolaclor, pretilaclor, atrazina: nei campi vengono usati come “diserbanti”, ma finiscono nelle acque di tutto il Piemonte, soprattutto Vercelli e Novara
Secondo un report sulla composizione delle acque in Italia, pubblicato dal Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), nel sistema idrico del Piemonte ci sono diversi pesticidi. Tre in particolare (classificati come diserbanti agricoli) sono sopra i limiti imposti dagli standard di qualità ambientale e quindi tossici per la salute.
La pubblicazione del documento è di poche settimane fa, ma i dati sono del 2021.
Le acque superficiali
“Nei corpi idrici superficiali – si legge nelle pagine del report di SNPA dedicate al Piemonte – le sostanze maggiormente riscontrate sono l’AMPA con il 79,4% di presenze sui punti monitorati, il glifosato con il 58,8%, il metolaclor con il 19,7%, il pretilaclor con il 18,5% e l’azossistrobina con il 15,6%”.
Che tipo di sostanze sono? L’acido aminometilfosfonico (AMPA) è il principale elemento che distrugge glifosato, ovvero quella sostanza utilizzata “principalmente in agricoltura e orticoltura per combattere le erbe infestanti che competono con le colture”. Viene definito “diserbante”, ma il suo utilizzo è discusso per via della tossicità sull’ambiente e sul sistema nervoso degli essseri umani. Greenpeace aveva lanciato anche una petizione per abolire il glifosato.
Anche il metolaclor è utilizzato spesso dagli agricoltori come diserbante, per le sue proprietà chimiche che danneggiano le “erbe infestanti”. É stato sperimentato sulle foglie di mais e girasole.
Il pretilaclor è anch’esso un diserbante, che agisce direttamente sul seme delle piante che si vogliono eliminare e impedisce i nuovi germogli. Viene utilizzato nella coltivazione del riso.
L’azossistrobina è invece un antiparassitario che viene utilizzato nella coltivazione della frutta e di diversi tipi di ortaggi (qui la tabella, da pagina 4).
Le acque sotterranee
Il Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale ha trovato, nelle acque sotterranee soprattutto “terbulazina-desetil con il 29,4% di presenze sui punti monitorati, l’atrazina-desetil con il 22,8%, l’atrazina con il 17,5% e il
bentazone con il 15,5%”. La terbulazina-desertil è la sostanza utilizzata per eliminare la terbulazina, che è a sua volta utilizzata come erbicida. Il bentazone è un “erbicida di post-emergenza utilizzato nelle colture di riso, frumento, mais, pisello e soia”. Tra l’altro Ispra ricorda che “il Piemonte ha chiesto alle autorità competenti l’adozione di misure cautelative quali il divieto di utilizzo della sostanza in diverse aree regionali e nella coltura del riso in sommersione”.
L’atrazina e i danni al sistema riproduttivo
Una storia particolare è legata alla atrazina. Diverse fonti tra cui uno studio pubblicato nel 2011 sul The Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology (ripreso dalla Commissione Ue) e un rapporto del 2021 dell’Agenzia di Protezione Ambientale degli USA (EPA) hanno evidenziato che l’atrazina è correlata alla difficoltà di riproduzione di diversi animali.
“Una delle cose che sono diventate evidenti scrivendo questo articolo – dichiarava sul sito del dipartimento di ricerca e sviluppo dell’Ue il professore Hayes, l’autore dello studio del 2011 – è che l’atrazina funziona attraverso una serie di meccanismi diversi. È stato dimostrato che aumenta la produzione di cortisolo (ormone dello stress). È stato dimostrato che inibisce enzimi fondamentali per la produzione di ormoni e aumenta quella di altri enzimi. È stato dimostrato che in qualche modo impedisce all’androgeno di legarsi al suo recettore”.
Queste sostanze superano i limiti?
Alcune sì, alcune no. “Le sostanze più frequentemente trovate sopra gli standard di qualità ambientale (superamento del SQA in più del 4% dei punti monitorati) sono bentazone, quinclorac e glifosato”. Quindi sono proprio questi tre “diserbanti” o “erbicidi” ad essere più presenti nelle acque piemontesi e, quindi, ad essere tossici per la salute. Tabelle con il confronto con gli standard ambientali a pagina 117 del report.
“Le province maggiormente interessate dai superamenti degli SQA – conclude il report SNPA – sono Vercelli e Novara, che hanno forte attività risicola”.
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renzo
2 Agosto 2024 at 9:50
Che alcune di queste sostanze ne è proibito sia la vendita e l’uso da oltre 30 anni! esiste quindi un commercio illegale e sotterraneo e disonesto da parte degli agricoltori che se ne fregano della salute e dell’ambiente! e’ lì che occorre anche intervenire.