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Giochi Olimpici 2030 a Torino: le parole del presidente Dario Gallina

«Ottima opportunità per rafforzare i rapporti con la regione del Rhône-Alpes»

Alessia Serlenga

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TORINO – Torino torna ad essere sede di gare olimpiche invernali nel 2030 e si prepara a vivere la magia che tutto il Piemonte respirò per l’edizione 2006 dei giochi dei cinque cerchi. Questa volta, però, lo sport spinge anche sulle relazioni internazionali tra territori, perché il capoluogo piemontese è stato chiamato a far rete con i titolari dei Giochi 2030, le Alpi Francesi.

«La notizia che Torino sarà una delle sedi olimpiche, nello specifico quella per le gare di pattinaggio di velocità, è una grande notizia per il nostro territorio, perché ci permetterà di programmare un altro evento e un collegamento ulteriore tra il Piemonte e la regione del Rhône-Alpes», commenta infatti il presidente della Camera di Commercio, Dario Gallina.

Le olimpiadi invernali tra sei anni si terranno dall’1 al 17 febbraio e le para olimpiadi dal 1 al 10 marzo. Nel candidarsi, la Francia ha proposto quattro aree di realizzazione dei giochi – Alta Savoia, Savoia, Briançon e Nizza -, cinque villaggi olimpici affinché gli atleti siano lontani al massimo 30 minuti dai luoghi di gara e ha deciso di utilizzare al massimo gli impianti esistenti (per il 93% degli impianti) e di non costruire nuove strutture ma, se necessarie, di cercarle dove già esistono. Da qui la scelta dell’Oval di Torino per il pattinaggio di velocità. Una scelta orientata dalla determinazione della città e delle sue istituzioni. L’intento è quello di far vivere lo spirito olimpico a Torino e all’intera regione ma anche, come ha sottolineato il presidente Gallina, di vivere i Giochi olimpici 2030 «come un’importante occasione per rafforzare i rapporti con i dinamici territori francesi confinanti».

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