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Lavoro

La cassa integrazione in Piemonte cresce del 44%: Torino è la provincia più cassaintegrata d’Italia

I dati del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale, registrati nel primo semestre del 2024

Elena Prato

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PIEMONTE – Secondo i dati del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale, nei primi sei mesi del 2024 in Piemonte la cassa integrazione è cresciuta del 43,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, con la richiesta di 22.350.969 ore.

 

Il dato più preoccupante è stato registrato a Biella, dove si ha avuto un incremento del 132,5%. Alta la cassa integrazione anche a Torino e a Novara, dove è cresciuta rispettivamente del 75% e del 71,4%. Torino, con 14.860.621 ore, è la provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Milano e Napoli.

 

Il trend, comunque in crescita, si abbassa però notevolmente a Verbania (+23,7%), a Vercelli (+19,9%) e ad Alessandria (+0,5%), mentre si è registrato un calo solo ad Asti (-11,9%) e a Cuneo (-68%).

Come riportato dall’Ansa, il segretario generale della UIl Piemonte, Gianni Cortese, ha commentato che «Le forti preoccupazioni relative alle situazioni di crisi aziendali piemontesi trovano, purtroppo, conferma nei dati relativi alla cassa integrazione. Torino, in particolare, si conferma la provincia con il maggior utilizzo di ore di ammortizzatori sociali. Incide sul dato la condizione dello stabilimento Stellantis di Mirafiori che, la scorsa settimana, ha visto il prolungamento fino a fine anno del periodo di durata dei contratti di solidarietà, ampliando il numero di addetti coinvolti (3.000 lavoratori in totale)».

 

«Le difficoltà diffuse del tessuto produttivo del territorio – continua Cortese – sono confermate anche dalle rilevazioni sull’andamento negativo dei livelli di produzione, ordini e fatturato delle piccole e medie imprese torinesi che, nelle previsioni, continueranno a contrarsi nei prossimi mesi. La complicata fase di transizioni da affrontare dovrebbe indurre a un maggiore dialogo sociale e a un confronto permanente tra parti sociali e con le istituzioni».

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