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Quanti sono i sex worker in Piemonte e in Italia? Ecco i dati aggiornati

I dati parlano di un fenomeno in costante crescita ma ancora non sono state prese misure per tutelare clienti e lavoratori del sesso.

Redazione Quotidiano Piemontese

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Un fenomeno diffuso ma molto complesso

La prostituzione in Italia è un fenomeno diffuso e complesso, seppure monitorato nel corso degli anni non è mai stato raggiunto un accordo per assicurare la necessaria tutela a lavoratori e clienti.

I numeri sono significativi e testimoniano la presenza capillare di sex worker in tutto il Paese, incluso il Piemonte. Secondo i dati del Codacons, in Italia operano circa 90.000 sex worker, con un mercato che coinvolge circa 3 milioni di clienti e genera un fatturato annuo stimato di circa 4,5 miliardi di euro.

La situazione in Piemonte

Il Piemonte, come altre regioni italiane, non è esente dalla presenza di sex worker. Secondo le stime dei uno dei siti online dove esercitano i sex worker, le escort in Piemonte sono più di 400.

Anche se i dati specifici per regione sono spesso frammentari, è evidente che la regione ospita una significativa popolazione di lavoratori del sesso.

Torino si afferma come un centro nevralgico ed è nota la presenza di sex worker sia su strada che indoor.

La legislazione italiana: un vuoto normativo decennale

La legge Merlin del 1958, che chiuse le case di tolleranza in Italia, ha spinto la prostituzione in strada, rendendo più difficile la regolamentazione e la protezione dei sex worker.

Questa legislazione ha portato a un contesto giuridico complesso, in cui la vendita di servizi sessuali non è criminalizzata, ma il favoreggiamento e lo sfruttamento lo sono.

Lo stato delle cose ha generato una situazione in cui molti sex worker operano in un contesto di semi-clandestinità e maggiore esposizione al rischio di violenza e abuso.

Diritti e sicurezza

I sex worker italiani hanno da tempo chiesto norme più chiare e tutela dei diritti. Nel 2023, si è tenuto a Bologna il primo congresso di sex worker dopo quasi vent’anni.

In questa occasione sono state discusse le problematiche legate alla criminalizzazione e allo stigma sociale.

Pia Covre, una delle figure più influenti nel movimento per i diritti dei sex worker in Italia, ha evidenziato come le condizioni di lavoro in strada siano spesso pericolose e insicure.

Proposte di regolamentazione

Alcuni gruppi, tra cui Radicali Italiani, hanno proposto iniziative per la regolamentazione del sex work, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro e di sicurezza per tutti gli attori coinvolti.

Queste proposte includono la decriminalizzazione del lavoro sessuale e la creazione di spazi sicuri dove poter operare liberamente e in piena legalità.

La prospettiva europea

A livello europeo, i modelli di gestione del sex work variano notevolmente.

Mentre alcuni paesi, come la Germania e i Paesi Bassi, hanno adottato modelli normativi che prevedono di legalizzare e normare le case d’appuntamento, altri paesi, come la Svezia, assumono posizioni più restrittive. In quest’ultimo caso viene criminalizzato l’acquisto di servizi sessuali, una politica che ha avuto effetti controversi sulla sicurezza dei sex worker.

Incertezza all’orizzonte

La condizione attuale dei sex worker in Piemonte e in Italia è caratterizzata da numeri importanti e da una legislazione lacunosa che spesso non riesce a proteggere adeguatamente i lavoratori del sesso.

Il percorso verso una normativa chiara che garantisca sicurezza e diritti a queste persone è ancora lungo, i movimenti e le proposte in corso lasciano sperare in un futuro migliore.

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