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A Pont Canavese ci sono troppe vipere: le raccomandazioni e cosa fare se si viene morsi
Il morso della vipera può essere pericoloso, soprattutto per i bambini.
PONT CANAVESE – A segnalare il pericolo è la pagina social del comune di Pont Canavese, piccolo comune di 3024 abitanti in provincia di Torino: ci sono troppe vipere.
Come prevenire il morso della vipera
La stagione particolarmente piovosa ha infatti favorito la prolificazione dell’animale sul territorio. Si chiede particolare attenzione a chi frequenta sentieri, in particolare luoghi di campagna, zone in prossimità di corsi d’acqua o sponde dei fiumi. È opportuno indossare calzini spessi e scarpe alte; sono assolutamente da escludere i sandali e le ciabatte a piedi nudi.
Ispezionare attentamente il luogo in cui ci si desidera sedere; non mettere le mani sotto rocce, sassi o dentro le fessure del terreno.
Il morso della vipera può essere pericoloso, soprattutto per i bambini.
Cosa fare se si viene morsi
Se si dovesse incorrere nel morso di una vipera, è necessario chiamate subito i numeri 118 o 112 NUE.
Secondo alcune guide, inoltre, sarebbe opportuno anche mantenere la calma. Deve essere evitato nella maniera più assoluta, se possibile, qualsiasi movimento dell’infortunato, che non farebbe altro che velocizzare la distribuzione del veleno nell’organismo: l’infortunato deve essere sdraiato e mantenuto tranquillo.
La zona del morso va lavata con acqua e sapone e poi disinfettata con sostanze che non contengano alcool, perché il veleno della vipera a contatto con alcool forma composti tossici. Se il morso è localizzato nell’arto superiore, sfilare subito anelli e bracciali o orologi prima della comparsa del gonfiore.
Si possono somministrare all’infortunato bevande eccitanti come the o caffè lungo che contiene più caffeina perché aiutano ad evitare un pericoloso calo pressorio.
Indispensabile è il trasporto dell’infortunato al posto più vicino di pronto soccorso.
Cosa non fare se si viene morsi da una vipera?
Tra le cose da non fare nel caso di morsi di vipera vi è quella di non applicare il laccio emostatico; il laccio rallenta o blocca il deflusso venoso creando una indesiderata stasi venosa, mentre non blocca il flusso linfatico, responsabile della diffusione del veleno.
Assolutamente non succhiare il sangue dalla ferita con la bocca in quanto è facilissimo che il soccorritore assuma a sua volta del veleno attraverso microferite in bocca – che spesso non sappiamo nemmeno di avere – ed in secondo luogo per rispettare le più banali norme di igiene: il sangue di altra persona direttamente in bocca è grosso veicolo di trasmissione di qualsiasi tipo di malattia anche se il ferito ne sia portatore sano come ad esempio l’Epatite B oppure l’Aids o Hiv 3.
Deve, piuttosto, essere usata a questo riguardo una pompetta aspiraveleno in vendita in farmacia. Evitare procedure di aspirazione o rimozione meccanica del veleno (suzioni, incisioni); non ne è dimostrata l’ efficacia e si possono causare ulteriori danni.
Non devono essere somministrate bevande alcooliche come grappa o birra o vino in quanto, com’è noto, l’alcool è un vasodilatatore favorendo così l’abbassamento della pressione arteriosa.
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