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Scuola e formazione

Troppi laureandi per pochi professori, Paolo Furia (UniTo): “per il docente lo studente diventa un numero”

Il docente di filosofia a Scienze della comunicazione si esprime su Instagram: “ciascuno di questi laureandi ha investito qualcosa di sé e ha diritto a condividere un momento di soddisfazione con il proprio relatore”

Sandro Marotta

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“Ciascuno di questi studenti e laureandi, lungi dall’essere un numero, ha investito qualcosa di sé nella scrittura di questa tesi e ha diritto a un corpo docente attento e presente in fase di redazione e alla fine. Alla fine del percorso, ogni tesista ha il diritto di condividere col proprio relatore un momento di soddisfazione e gratitudine”: così in un post Instagram Paolo Furia (docente di Filosofia Estetica a UniTo) espone la propria posizione sul tema delle lauree ridotte a rito.

“Ci sono centinaia di studenti che scelgono Scienze della Comunicazione ogni anno a Torino. Di tutti i tipi e tutte le qualità. Moltissimi mentre studiano lavorano. – attacca il professore in questo post – Come docenti siamo ovviamente troppo pochi, e in un mondo normale nessuno discuterebbe la necessità di avere meno di 300 studenti a testa, senza fare troppi figli e figliastri, al tempo dell’università democratica.”

Poi arriva la denuncia del paradosso: “sono così tanti, gli studenti, ed è tale la massa di lavoro che si scarica sui non adeguatamente numerosi docenti, che la discussione della tesi triennale (abbiamo numerosi tesisti per ogni sessione, 3 sessioni all’anno) viene sostituita da una proclamazione. Drammatica conseguenza: per il docente lo studente diventa un numero.”

“Ma qualcuno, tra i tagliatori seriali di fondi all’università, si ricorda di cosa vuol dire laurearsi? – conclude Furia – Ciascuno di questi studenti e laureandi, lungi dall’essere un numero, ha investito qualcosa di sé (qualcuno meno, qualcuno molto) nella scrittura di questa tesi e ha diritto a un corpo docente attento e presente in fase di redazione e alla fine. Alla fine del percorso, ogni tesista ha il diritto di condividere col proprio relatore un momento di soddisfazione e gratitudine.”

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