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Cultura

Il Mistero de “La Marsigliese”: forse il vero autore è un vercellese

Un’inedita scoperta musicale svela un legame sorprendente tra il maestro italiano e l’inno nazionale francese

Caterina Malanetto

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VERCELLI E FRANCIA– Terminano oggi in Francia le celebrazioni della Festa nazionale, con parate e cerimonie militari nella maggior parte dei comuni e fuochi d’artificio nelle notti del 13, 14 e 15 luglio. Questi giorni di celebrazione ci riportano ai gloriosi giorni della rivoluzione, in cui la colonna sonora di proteste e battaglie non poteva che essere l’odierno inno nazionale, “La Marsigliese“. Ma forse non tutti sanno che questa celebre melodia è legata ad un mistero che coinvolge un ormai dimenticato musicista piemontese: Giovanni Battista Viotti.

Il prodigio vercellese

Celebre musicista del XVIII secolo, Viotti era noto per i suoi concerti per violino e le sue composizioni da camera. Nato da una modestissima famiglia il 12 maggio del 1755 a Fontanetto Po, piccolo paese del Piemonte posto nei pressi di Vercelli, egli conquistò in Europa una fama tranquillamente paragonabile a quella di Mozart negli stessi anni in cui “Il Divino” era vivente. Tuttavia, visse sempre nell’ombra della fama. Ma la recente scoperta di uno spartito intitolato “Tema e variazioni in do maggiore per violino e orchestra” potrebbe cambiare la storia della sua posizione all’interno del panorama musicale europeo.

Una strana somiglianza all’inno francese

Questo manoscritto, datato con precisione al 1781, è stato trovato da Guido Rimonda, rinomato violinista e studioso di Viotti. Sorprendentemente, la parte iniziale di questo tema musicale sembra corrispondere quasi perfettamente alle note dell’inno nazionale francese.

L’attribuzione tradizionale de “La Marsigliese” a Claude Joseph Rouget de Lisle, un compositore relativamente oscuro, è stata oggetto di controversia per anni. Tuttavia, Viotti, con la sua reputazione internazionale e le sue connessioni europee, offre una nuova prospettiva sulla creazione di questo inno rivoluzionario.

Secondo il professor Filippo Perrucci, esperto di analisi chimiche sui manoscritti, la carta e l’inchiostro del manoscritto risalgono al XVIII secolo e sono consistenti con i materiali utilizzati in Francia all’epoca. Questo fornisce ulteriori prove a sostegno dell’autenticità e della datazione dell’opera.

Viotti, pur non essendo mai stato coinvolto nella politica, è stato costretto a fuggire dalla Francia rivoluzionaria nel 1792 a causa di sospetti politici. Questo fatto rende improbabile che abbia composto la “Marsigliese” dopo tale periodo, data la sua situazione personale e politica.

L’analisi comparativa con altre composizioni dell’epoca, come il “Concerto per pianoforte e orchestra n. 25″ di Mozart e l'”Oratorio d’Esther” di Jean-Baptiste Lucien Grisons, mostra chiari paralleli nella struttura e nel tema musicale, suggerendo una possibile influenza di Viotti su queste opere.

Un mistero ancora irrisolto

Questo ritrovamento potrebbe riscrivere la storia della musica europea e riaffermare il ruolo di Viotti come uno dei grandi compositori del suo tempo, anche nel contesto politico turbolento della Rivoluzione francese.

Se confermata, questa scoperta non solo rinnoverà l’interesse per il lavoro di Viotti, ma solleverà interrogativi profondi sulla vera origine di uno degli inni nazionali più iconici al mondo.

 

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