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Cronaca

Scoperta nel torinese evasione fiscale da 4 milioni, lavoratori in nero e condizioni di lavoro pessime

Aziende aperte e chiuse per non pagare le tasse, 28 lavoratori in nero e caseusate come dormitori e laboratori

Gabriele Farina

Pubblicato

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TORINO – La Guardia di Finanza di Torino ha scoperto un’evasione fiscale di 4 milioni di euro di redditi non dichiarati al Fisco e di circa 1,5 milioni di euro di imposta sul valore aggiunto non versati all’Erario. Inoltre le società interessate avevano 28 lavoratori in nero o irregolari, a cui si aggiunge il sequestro di 28.500 articoli per ufficio e minuta falegnameria contraffatti o insicuri.

La frode

La scoperta è nata da un controllo sull’avvenuta emissione dei corrispettivi telematici eseguito nel febbraio del 2023 dai finanzieri del Gruppo di Orbassano presso un gran bazar di Carmagnola. I successivi accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza hanno consentito di individuare un sodalizio criminoso costituito da tre imprenditori collegati tra di loro che gestivano quattro diversi empori tra Santena e Carmagnola. Le loro attività avevano infatti in comune la legale rappresentante.

I gestori, una volta divenuti insolventi nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria, trasferivano il complesso aziendale (personale, attrezzature e magazzino) a una diversa impresa creata all’uopo, cambiando quindi formalmente la ragione sociale e il numero di partita IVA ma continuando, di fatto, a lavorare con gli stessi clienti e fornitori. Le imprese avevano un orizzonte operativo pari a massimo tre esercizi finanziari, nel corso dei quali non venivano mai pagate le imposte dovute.

Le condizioni lavorative

Oltre alle irregolarità fiscali, l’attività ha consentito di svelare uno scenario di grave sfruttamento della manodopera e di degrado sociale. Nel corso del controllo presso l’emporio di Santena è stato infatti individuato un locale utilizzato come dormitorio, all’interno del quale erano state ricavate abusivamente otto camere da letto, ciascuna capace di ospitare sino a tre persone e con ambienti in comune per cucinare e stoccare materiali, con soltanto due servizi igienici. Ovviamente anche gli standard di sicurezza non erano rispettati.

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