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Il 75% delle attività commerciali torinesi non è accessibile ai disabili

La Consulta per le Persone in Difficoltà ha compiuto una mappatura delle principali vie commerciali delle circoscrizioni di Torino

Gabriele Farina

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TORINO – La Consulta per le Persone in Difficoltà è impegnata da anni affinchè ovunque si realizzi la piena accessibilità, un tema che riguarda tutti, non soltanto alcune categorie specifiche di cittadini e che ormai nei paesi più sviluppati è un criterio ineludibile per realizzare qualunque tipo di attività.

In quest’ottica e pensando soprattutto agli ostacoli che le persone con disabilità incontrano quotidianamente rispetto alla fruizione dei servizi offerti dalle aree commerciali cittadine, la CPD ha appena elaborato una mappatura delle principali vie commerciali delle circoscrizioni di Torino per evidenziare quali e quanti siano i negozi, i supermercati, i bar, i ristoranti e tutti gli esercizi simili, realmente accessibili.

La ricerca sul campo è stata effettuata da una squadra di rilevatori della CPD che hanno individuato per ogni circoscrizione la via con più attività commerciali possibili, appartenenti alle categorie merceologiche più eterogenee e con più traffico dal punto di vista pedonale e di ciascuna è stato mappato il tratto più significato, a parte via Garibaldi che è stata mappata in tutta la sua completezza.

I risultati della mappatura

Il dato che emerge purtroppo non è lusinghiero: su 271 attività commerciali nelle 8 vie commerciali cittadine, suddivise secondo le diverse circoscrizioni, 68 sono risultate accessibili ovvero possiedono l’ingresso in piano, la rampa fissa o la rampa mobile e 203 non accessibili.
Tradotto in percentuale assoluta il 75% delle attività commerciali torinesi non è accessibile.

“È una situazione molto grave – denuncia Giovanni Ferrero, direttore della CPD – che nasce da problemi normativi e culturali. Infatti, nonostante gli obblighi di legge è una situazione ormai consolidata, anzi direi storicizzata, che a Torino non vengano effettuati regolari ed adeguati controlli e più in generale non esista nessuna formazione specifica per i negozianti che invece avrebbero molto da guadagnarci nel migliorare il proprio servizio. In questo momento diventa addiritura paradossale ragionare sulla norma stessa se poi tanto non viene rispettata perché la maggior parte degli esercizi commerciali già solo per il regolamento edilizio dovrebbero avere almeno la pedana amovibile. Quando si arriverà a guardare alla persona con disabilità in primo luogo come persona e non più in chiave pietistica o assistenziale, ma come ad un consumatore uguale a tutti gli altri, si farà il vero salto di qualità in favore dell’inclusione sociale di tutti e chi gestisce un’attività commerciale si renderà conto che accogliendo quel cliente in più, la sua pedana o rampa si è già pagata da sola, al di là del rispetto di qualunque normativa”.

A fronte di questo importante e mai svolto prima lavoro di mappatura, la CPD ha portato i dati raccolti insieme a una relazione sulle disposizioni normative, redatta dall’architetto Eugenia Monzeglio, all’attenzione del Dott. Donato Giovanni Cafagna Prefetto di Torino che nel condividere la delicatezza del tema, ha assicurato l’impegno della Prefettura per la sensibilizzazione degli Enti competenti.

“L’accessibilità a tutti, senza esclusioni, dei luoghi della città e, tra questi, degli esercizi commerciali – ha dichiarato il Dott. Donato Giovanni Cafagna, Prefetto di Torino – è un tema sociale di particolare rilevanza, perché incide sull’autonomia e, in ultima analisi, sulla qualità della vita dei cittadini con difficoltà e fragilità di movimento. Occorre un cambio di passo da parte degli enti locali e degli operatori economici, ai quali mi sono rivolto per sensibilizzarli ad un impegno concreto per rimuovere le barriere che impediscono una fruibilità più piena da parte delle persone con disabilità.”
Lo scopo è di dare vita a un confronto che porti alla discussione e all’attuazione di soluzioni concrete per migliorare l’accessibilità delle attività commerciali torinesi, instaurando un dialogo con il Comune di Torino affinchè grazie allo sforzo di tutti si arrivi a inaugurare un percorso che migliori l’accoglienza offerta dalle attività commerciali, non solo per salvaguardare i bisogni dei consumatori a prescindere dalle loro caratteristiche, ma per alzare ancora di più la qualità della vita di tutta la città.

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