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Cominciata la trebbiatura del grano nel torinese, il maltempo ha causato perdite anche dell’80%

Nel Torinese sono coltivati a grano tenero (il frumento utilizzato per il pane e per i biscotti) oltre 20.200 ettari con una produzione annua di 101mila tonnellate

Gabriele Farina

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TORINO – Con un ritardo di una settimana rispetto al solito è partita anche nel Torinese la trebbiatura del grano. Il clima di giugno eccezionalmente piovoso e fresco, con temperature al di sotto della media, ha rallentato la maturazione e ha provocato un calo della produzione con una perdita complessiva stimabile intorno al 20%.

Ma i coltivatori denunciano perdite con punte del 70-80% nelle zone più colpite dalle violente tempeste che si sono susseguite a ritmo di due a settimana. Le zone più tempestate sono l’area Sud-Est della provincia, la fascia pedemontana canavesana, la pianura ciriacese, il basso Canavese.

Nelle zone che sono state risparmiate dalle tempeste di vento e grandine sono comunque state colpite da continue precipitazioni con grandi volumi di acqua scaricati a terra che hanno mantenuto i terreni impregnati e spesso allagati favorendo marciumi e asfissie delle piante o rallentando la crescita. Inoltre, in tutto il territorio si è assistito a una perdita di chicchi dovuta alla pioggia che ha reso difficile l’impollinazione. In più, la mancanza di giorni di sole ha inciso sulla crescita dei chicchi con un riempimento incompleto dei granelli. Per comprendere il fenomeno della “mancanza di chicchi” basti pensare che una spiga di una varietà di grano tenero di media produttività contiene, in media, dai 36 ai 40 chicchi. In molti campi le spighe adesso contengono soltanto 18-20 chicchi.

La grandine ha, poi, ha fatto cadere a terra i chicchi maturi spogliando le spighe con la conseguente perdita di quote consistenti di raccolto. Inoltre, i forti venti di caduta dei temporali hanno allettato, abbattendoli a terra, i fusti, facendo marcire le spighe.

«Per fortuna – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – sembra scongiurato il pericolo muffe. Le notizie che riceviamo in questo inizio di raccolto parlano di un grano che rispetta i parametri di legge. Ma il calo della produzione è evidente».

Il grano nel torinese

Nel Torinese sono coltivati a grano tenero (il frumento utilizzato per il pane e per i biscotti) oltre 20.200 ettari con una produzione annua di 101mila tonnellate e un valore della produzione di oltre 22milioni di Euro con 3.900 aziende cerealicole impegnate e oltre 15mila addetti solo nella coltivazione. La produzione torinese di grano alimenta anche tre filiere locali: quella del Gran Piemonte, del grano di Stupinigi e quella del Gran dj Bric della Collina Chivassese. Filiere che vedono coinvolti ben 128 aziende agricole del Torinese.

«Produrre a casa nostra l’alimento più consumato al mondo è sempre più strategico, soprattutto dopo la crisi delle importazioni di grano dal mercato ucraino e con il blocco delle importazioni dalla Russia, ma anche con l’accaparramento da parte della Cina che si assicura metà della produzione mondiale di grano. Dobbiamo assolutamente scongiurare un abbandono della produzione dei cereali da parte dei nostri agricoltori che devono percepire un equo compenso per il loro prodotto ed essere supportati nell’affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. Un tema, questo, che deve essere prioritario nell’azione della nuova giunta regionale del Piemonte».

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