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Catartica 2024: I Marlene Kuntz sul palco del Flowers Festival

Da sempre eroi sabaudi del noise rock italiano i Marlene Kuntz sono tornati alle origini

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COLLEGNO – Serata “catartica” in tutti i sensi, quella di ieri sera, al Flowers Festival.

Da sempre eroi sabaudi del noise rock italiano i Marlene Kuntz sono tornati alle origini, riportando sul palco praticamente per intero il loro immortale capolavoro, Catartica a trent’anni dalla sua uscita.

Una band che ha attraversato più di tre decenni di musica ed alcuni dolorosi cambiamenti, come la perdita dello storico batterista Luca Bergia. Questo ritorno alle origini testimonia in qualche modo anche questo passare del tempo, una certa malinconia, unita all’importanza di ricordare e difendere valori ed ideali forse sopiti, ma per cui vale ancora la pena spendersi.

A tal proposito ad aprire la serata c’era Max Collini, già voce degli Offlaga Disco Pax prima e di Spartiti poi, con le sue storie di antifascismo senza retorica. Perfetto opening per l’orgia sonora delle chitarre di Cristiano e Riccardo e delle potenti basi di Luca e Sergio Carnevale, nuovo potente martello della band. Ad impreziosire il tutto Davide Arneodo polistrumentista, ormai imprescindibile per la band.

In maniera asciutta e potente i brani di Catartica passano in sequenza, come ossatura di una struttura in cui si incastrano perfettamente alcuni altri epocali pezzi della band, come “Aurora” , “L’agguato” o “Infinità”. Ma il pubblico è venuto per loro, le perle di quella collana che è stato ed è Catartica, “Trasudamerica” che apre il concerto “Canzone di domani” “Gioia (che mi do), “Fuoco su di te” e via via tutte le altre, fino al finale che è un lunghissimo momento di puro rock distorto ed emozionante, con un tris davvero unico, “Festa mesta”, “Sonica” e l’onirica “Nuotando nell’aria”, pezzo che da sempre ha segnato il destino della band.

È bello il momento in cui prima di attaccare le note di “Lieve”, Cristiano e la band ricordino Luca Bergia, a cui è sostanzialmente dedicato tutto il tour. Nostalgia nella nostalgia, ma anche un prepotente ritorno al presente con gli encore, sulle note di “Hanno crocifisso Giovanni” pezzo da lungo tempo non più eseguito dalla band, uscito decenni fa su una raccolta “Materiale resistente” e che incarna perfettamente lo spirito e le idee della band e del suo pubblico.

C’è spazio ancora per “Ape regina” dall’album “Il vile” prima di chiudere tra i tanti e sinceri applausi del loro pubblico con “M.K.”, il primo brano di Catartica in una sorta di immaginario testa-coda.

Il Flowers Festival continua, cambia registro per un pubblico decisamente più giovane e propone stasera La Sad + BNKR44, freschi nomi dal Festival di Sanremo 2024.

Foto e report Paolo Pavan/QP

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