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Piemonte

“In Place de la République c’era aria di festa, è stato emozionante”: così uno studente piemontese racconta la serata elettorale di Parigi

Lo studente 24enne in stage a Parigi ha vissuto in diretta lo spoglio elettorale e i dati che hanno rivelato il successo del Nouveau Front populaire

Sandro Marotta

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PIEMONTE –  “Si respirava una grande aria di festa. Era un grido tipo ‘allora è possibile, possiamo farcela a bloccare la destra”: così Tiziano Romano, 24enne piemontese, studente universitario in stage a Parigi, descrive l’atmosfera di ieri in place de la République. Quotidiano Piemontese lo ha raggiunto al telefono.

Tiziano, come mai era a Parigi ieri?

Studio Giurisprudenza in Bocconi, ma sono qui a Parigi per uno stage nell’ambasciata italiana. Ho molti colleghi e amici francesi che sono scesi in piazza sia ieri, sia nelle settimane scorse, dopo la vittoria del Rassemblement National alle Europee.

Che aria si respirava?

In place de la République si respirava una grande aria di festa. Era un grido tipo ‘allora è possibile, possiamo farcela a bloccare la destra’. È stato molto emozionante. La folla era molto disomogenea: moltissimi ragazzi giovani, ma anche immigrati più o meno adulti, bandiere di diversi colori. Erano tutti molto felici per la vittoria del Nouveau Front populaire.

Nelle settimane precedenti invece ci sono state mobilitazioni?

Sì, soprattutto i movimenti di sinistra hanno iniziato a mobilitarsi il giorno dopo i risultati delle Europee. È una cosa che mi ha stupito molto perché invece in Italia siamo abbastanza passivi dopo eventi del genere. Invece ho visto nei francesi uno spirito politico diverso. Poi c’è da dire che Parigi è Parigi; è una città che reagisce a questo tipo di clima.

Che tipo di persone hai visto attivarsi nelle scorse settimane?

Sicuramente la maggior parte che ho visto condividere post e partecipare ai cortei erano giovani universitari. Un po’ perché sono quelli che conosco io, un po’ perché la sinistra qui in Francia ha questo tipo di elettorato.

E che cosa dicevano?

Che l’estrema destra doveva essere arginata a tutti i costi. Devo dire che mi ha stupito questo attacco così duro, nel senso che ho percepito proprio una demonizzazione del Rassemblement e dei suoi leader. Sembrava che se avesse vinto Bardella sarebbero arrivate le cavallette, per usare un parallelismo.

Che ruolo hanno avuto le nuove generazioni nel risultato di questo secondo turno?

Sicuramente i ragazzi e le ragazze, almeno coloro che conosco, hanno votato Front Populaire. Da quello che ho visto nel programma elettorale era la coalizione che sviluppava di più i temi come l’ambiente, i diritti e la guerra. Oltre a questo un grande sostegno è arrivato dagli immigrati di prima o seconda generazione. Qui in Francia il tema dei migranti è molto più serio e sentito rispetto all’Italia, dove credo ci sia più retorica. In più c’è l’intelligenza politica di Macron e Mélenchon che hanno fatto fronte comune.

L’adrenalina post risultati sta iniziando a scendere? Di che cosa si parla nel tuo gruppo di pari?

Diciamo che ora all’entusiasmo si sta accompagnando il dubbio su cosa succederà. Da molte storie e post su Instagram sto vedendo che le ipotesi di alleanze sono un grande tema di discussione. Mélenchon non è amato da tutti, anzi, su alcune questioni è molto divisivo. In più la sinistra di France insoumise non è proprio in linea con Macron. Io starò a guardare dall’interno.

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