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Cronaca

Il procuratore generale della Cassazione chiede nuovo processo per Alex Cotoia, uccise il padre con 34 coltellate

Potrebbe rendersi necessario un nuovo processo per fare piena chiarezza sul caso di Alex Cotoia

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TORINO – Nel dicembre del 2023, la Corte d’assise d’appello si era pronunciata: Alex Pompa, che nel frattempo ha cambiato cognome prendendo quello della madre, Cotoia, è stato condannato a sei anni, due mesi e 20 giorni di carcere per aver ucciso il padre con 34 coltellate.

Secondo le motivazioni della sentenza quella di Alex non poteva essere stata una legittima difesa.

Ma la situazione potrebbe ancora cambiare. È notizia di qualche ora fa quella secondo cui potrebbe rendersi necessario un nuovo processo per fare piena chiarezza sul caso di Alex Cotoia. Per questo, la Procura generale della Cassazione ha infatti chiesto un nuovo Appello.

Secondo quanto riportato da Rai News, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Marco Dall’Olio, nel corso della requisitoria davanti ai giudici della Prima Sezione Penale ha dichiarato: “È evidente la necessità di una motivazione rafforzata davanti a un ribaltamento così evidente rispetto alla prima pronuncia.

La motivazione della pronuncia di Appello deve essere massimamente rafforzata: il primo giudice assume come attendibili le testimonianze della madre e del fratello di Alex mentre i giudici d’appello con la sentenza hanno disposto l’invio degli atti in procura per falsa testimonianza.

Partendo dal presupposto che si è trattato di un giorno di ordinaria violenza nella sentenza di Appello non è dato comprendere cosa abbia scatenato la condotta di Alex”, ha sottolineato il pg concludendo con la richiesta di annullamento con rinvio della sentenza impugnata e un nuovo processo di Appello.

I fatti: l’omicidio a Collegno

Giovedì 30 aprile 2020, intorno alle 23, al sesto piano del palazzo in via Edmondo De Amicis 47, a Collegno, Alex Pompa – all’epoca 18enne – uccide con 34 coltellate il padre Giuseppe Pompa, un operaio di 52 anni incensurato. L’omicidio arriva al culmine di una lite, una reazione all’ennesima aggressione da parte dell’uomo nei confronti della moglie, Maria Cotoia.

“Ho agito per difenderci. Per difendere me, mia madre e mio fratello. Mio padre stava andando in cucina a prendere un coltello e io l’ho anticipato” – queste le dichiarazioni fornite ai giudici e ai carabinieri quando il giovane, difeso dall’avvocato Claudio Strata, si è costituito. Al momento dell’omicidio, in casa erano presenti sia la moglie che l’altro figlio maggiorenne, Loris, di 21 anni.

Secondo la tesi dell’accusa Alex ha agito in anticipo prendendo il coltello e colpendo il padre disarmato alla schiena e poi per altre 33 volte fino a ucciderlo. Per questo erano stati chiesti 14 anni di reclusione.

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