Ambiente
Abbattimento alberi di corso Belgio: il Comune impugna l’ordinanza cautelare
Il giudice ha riconosciuto la lesione del diritto alla salute in caso di abbattimento integrale dell’alberata nel tempo massimo di 18 mesi
TORINO – Il comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio fa sapere che il Comune di Torino contesta l’ordinanza del Giudice, che ha riconosciuto la lesione del diritto alla salute in caso di abbattimento integrale dell’alberata nel tempo massimo di 18 mesi.
Ma, come sottolineato sempre dal comitato, due giorni dopo la pubblicazione dell’ordinanza cautelare del Giudice che accoglieva parzialmente il ricorso promosso dai cittadini di corso Belgio, il Comune e l’assessorato del Verde Pubblico di Torino si dichiaravano nel complesso soddisfatti, perché il provvedimento – dicevano – prescriveva misure affini a quelle che la Città intendeva considerare nella revisione del progetto. Il 14 giugno hanno invece impugnato il provvedimento.
“Ricordiamo – scrive in un comunicato il comitato – che l’ordinanza non ha sospeso il progetto comunale, come era stato richiesto dai ricorrenti, ma ha prescritto modalità e tempistiche che mitigherebbero il danno che esso comunque arrecherà. Non contento, evidentemente, di aver già – per ben vent’anni – causato un danno ai cittadini omettendo di rimpiazzare gli alberi abbattuti in corso Belgio, il Comune nega di nuovo la giurisdizione, la legittimazione dei ricorrenti e, nonostante le affermazioni pubbliche dell’Assessore Tresso e dei tecnici sul rapporto tra verde e benessere psicofisico, nega anche l’impatto dello specifico progetto sulla salute.
Quindi, per scelta del Comune, la vertenza prosegue, con ulteriori costi per i contribuenti: l’udienza del secondo grado di giudizio sarà il 31 luglio alle ore 9.30. Intanto il Sindaco esprime una diversa, cinica soddisfazione, per due aceri caduti in corso Belgio, tra le diverse decine di alberi (compreso qualche pero cinese in corso Umbria) che il nubifragio di lunedì 1° luglio ha sradicato o schiantato in mezza città: “Su corso Belgio avevamo ragione”.
Tocca informarlo che gli altri 222 aceri che i suoi tecnici (smentendo le loro stesse analisi) considerano a rischio hanno resistito egregiamente anche a questa bufera. Negli scorsi giorni sono caduti alberi, crollati ponteggi, volati via tetti: la “soluzione” di Lo Russo e Tresso contro il cambiamento climatico pare prevedere l’abbattimento degli alberi di grandi dimensioni…
Seguendo questa logica, che interviene sugli effetti e non mitiga le cause, dobbiamo aspettarci anche il divieto dei ponteggi e l’abolizione dei tetti? Una bieca incoerenza caratterizza l’agire della Giunta in carica e dei suoi tecnici, per questa vicenda come per le altre che riguardano il verde urbano torinese. Si è cominciato con la storia degli alberi da sostituire perché di specie alloctona… ma con altra specie alloctona. Poi si è passati agli alberi da sostituire perché malandati a causa dell’interferenza con il tram, ma intanto abbattuti in corso Umbria dove non passa
nessun tram. Eccetera.
Sarebbe una farsa se in ballo non ci fossero la resilienza della nostra città al cambiamento climatico, la salubrità dell’ambiente urbano e, in particolare, il diritto alla salute che i cittadini si sono visti costretti a tutelare con il ricorso.
Sappiano quindi i nostri concittadini che, se vogliono difendere la propria salute e l’ambiente, l’unica scelta è mobilitarsi, anche contro i cattivi amministratori e i loro funzionari. Che è quello che noi, Comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio, continueremo a fare”.
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