Asti
Macellavano e inscatolavano polli senza guanti né mascherine: la procura di Asti apre un’inchiesta su un allevamento
la paga dei lavoratori (spesso migranti) era di 5 o 10 euro a turno
ASTI – É stata aperta un’inchiesta da parte della procura di Asti perché si sospettano condizioni di lavoro irregolare in un macello di polli.
A dare inizio alla vicenda erano stati alcuni lavoratori stessi e i dirigenti della Cgil. Il datore di lavoro a capo dell’azienda, secondo le testimonianze, assumeva migranti appena arrivati nell’astigiano nel centro di accoglienza straordinario e li faceva lavorare di notte. Il loro compito era quello di uccidere i polli dell’allevamento, farli a pezzi e confezionarli in contenitori caricati poi sui camion.
La paga (da verificare se fosse regolare o no) oscillava da 5 e i 10 euro a seconda della quantità di scatole messe sui mezzi di trasporto.
A sollecitare l’attenzione della magistratura sono state le condizioni igieniche dell’allevamento. Oltre alla salute degli animali, i lavoratori non indossavano guanti, mascherine e grembiuli mentre maneggiavano i capi morti.
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