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Scienza e Tecnologia

Scoperta rivoluzionaria da UniTo: una nuova regione del cervello riduce paura e ansia

Uno studio dell’Università di Torino sulla Stimolazione Magnetica Transcranica apre nuove vie terapeutiche

Caterina Malanetto

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TORINO – Un gruppo di ricercatori dell’Università di Torino ha identificato una nuova regione cerebrale fondamentale per l’inibizione delle reazioni di paura e ansia. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica eLife, ha evidenziato come la stimolazione della corteccia prefrontale anteriore (aPFC) mediante la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) possa significativamente ridurre le risposte emotive negative associate alla memoria traumatica.

Gli esperimenti e la scoperta

Il team di ricerca, guidato dal Prof. Benedetto Sacchetti del Dipartimento di Neuroscienze e dalla Prof.ssa Raffaella Ricci del Dipartimento di Psicologia, ha condotto esperimenti su individui che avevano recentemente appreso la valenza avversiva di determinati stimoli. Utilizzando la TMS, una tecnica non invasiva che modula l’attività cerebrale, i ricercatori hanno stimolato la aPFC una settimana dopo l’esposizione agli stimoli avversi.

I risultati sono stati sorprendenti: il gruppo sottoposto alla stimolazione nella aPFC ha mostrato una significativa riduzione delle risposte fisiologiche di allarme quando esposto nuovamente agli stimoli minacciosi. Questo effetto di attenuazione è perdurato nel tempo, senza necessità di ulteriori sessioni di TMS, indicando un impatto duraturo sulla gestione delle emozioni negative.

La aPFC, situata nella parte mediale della corteccia prefrontale, si è dimostrata essere una candidata più efficace rispetto alla corteccia prefrontale dorsolaterale (dlPFC), già studiata in precedenza per la sua funzione nella regolazione delle risposte emotive. Questa scoperta apre nuove strade per lo sviluppo di terapie innovative per il trattamento di disturbi quali il disturbo post-traumatico da stress e il disturbo d’ansia, che affliggono milioni di persone in tutto il mondo.

La Prof. Ricci ha sottolineato l’importanza di questo studio nel contesto della ricerca psicologica contemporanea, evidenziando come la comprensione dei meccanismi neurali alla base delle emozioni negative possa portare a interventi terapeutici più mirati e efficaci.

Il lavoro di ricerca dell’Università di Torino non solo contribuisce al progresso scientifico nel campo della neuroscienza, ma offre anche speranza per coloro che lottano con disturbi psicologici cronici. L’innovativa applicazione della TMS nella modulazione della aPFC potrebbe rappresentare un cambiamento rivoluzionario nella gestione clinica delle patologie legate allo stress e ai traumi emotivi.

Il prossimo passo per i ricercatori sarà approfondire ulteriormente l’efficacia della TMS nella regolazione delle emozioni negative, con la speranza di estendere i benefici di questa tecnologia a un numero sempre maggiore di individui che ne possono trarre vantaggio.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    Maria Letizia Colombatto

    2 Luglio 2024 at 15:02

    eccezionale scoperta

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